Antony Gormley, Fai spazio, prendi posto, Fortezza del Cassero, Poggibonsi ©Associazione Arte Continua

Associazione Artecontinua e il programma 2026

Associazione Arte Continua dal 1990, no profit, promuove un modello di intervento culturale che coniuga pratiche artistiche contemporanee, radicamento territoriale e sviluppo sostenibile, trasformando i comuni delle province di Siena e Firenze in un distretto artistico agro-ambientale.

Kiki Smith, Yellow Girl, Torrino Rocca di Montestaffoli, San Gimignano, Foto Pamela Bralia

Attraverso la produzione di interventi di arte pubblica, residenze, progetti site-specific e iniziative partecipative, l’associazione si pone come attore catalizzatore di processi di rigenerazione sociale, economica e paesaggistica, valorizzando risorse locali e creando relazioni tra comunità, artisti internazionali e stakeholder pubblici e privati. La strategia di Arte Continua parte dalla convinzione che l’arte contemporanea, se praticata fuori dai tradizionali contesti metropolitani e museali, possa attivare pratiche rigenerative e nuove forme di economia culturale. L’obiettivo è definire un’identità di “distretto artistico agro-ambientale” che integri il patrimonio rurale, le pratiche agricole e il paesaggio con linguaggi artistici di respiro internazionale, favorendo coesione sociale, turismo culturale sostenibile e nuove opportunità occupazionali per i territori coinvolti.

LE OPERE

L’intervento curatoriale e artistico previsto per il 2026 all’UMoCA di Colle di Val d’Elsa rappresenta un esempio paradigmatico di come l’arte contemporanea possa instaurare un dialogo profondo con il tessuto urbano, la memoria collettiva e la geografia simbolica del luogo. “Leandro Erlich. Sotto gli archi del tempo”, a cura di Marcello Dantas, non si limita a collocare un’opera in uno spazio espositivo: sfrutta la condizione architettonica unica del Ponte di San Francesco per far emergere questioni complesse riguardanti il rapporto tra effimero e permanente, tra gesto artigianale e monumento, tra percezione visiva e costruzione di senso. Il castello di sabbia, materiale tradizionalmente associato alla temporaneità e al gioco, è qui elevato a dispositivo critico e poetico. Collocato sotto gli archi del ponte — struttura che storicamente connette e sovrappone piani temporali — il manufatto evoca la fragilità della memoria urbana e la vulnerabilità dei consensi collettivi che plasmano il paesaggio. L’uso della sabbia rimanda alle dinamiche erosive del tempo, ma la raffigurazione meticolosa del paesaggio cittadino introduce una tensione dialettica tra l’accuratezza della rappresentazione e l’inevitabile dissoluzione materiale.

Le opere di Leandro Erlich e la pratica performativa di Marcio Mizael Matolás si incontrano in un’intesa che interroga i limiti della materia, della memoria e dell’abitare. Erlich, maestro nel destabilizzare la percezione e nel dissolvere i confini tra realtà e illusione, porta la sabbia a farsi medium critico: non più solo materia effimera ma dispositivo concettuale che mette in crisi le categorie di permanente/temporaneo, pubblico/privato, artificiale/naturale.

La sua manipolazione della superficie — modellata, compattata, resa leggibile come paesaggio urbano — convoca il visitatore a un’esperienza che è insieme visiva, tattile e cognitiva, dove l’inganno percettivo apre spazi di riflessione sulla costruzione sociale del paesaggio. Accostare a Erlich Marcio Mizael Matolás significa introdurre nel campo dell’opera una dimensione esistenziale e abitativa: Matolás non solo modella la sabbia, ma la abita. Per oltre trent’anni il suo castello a Barra è stato casa, performance quotidiana e atto di resistenza poetica contro la caducità stessa del materiale. Tobias Rehberger inaugurerà nel 2026 a Colle di Val d’Elsa un’opera permanente site-specific, Unclear Mother Without Child, pensata per le cinque nicchie sotto il Palazzo del Comune. L’intervento si inscrive in una linea progettuale coerente con il lavoro presentato all’UMoCA nel 2024, riprendendo il cristallo — materiale emblematico del territorio — come fulcro poetico e tecnico dell’opera e traducendo la relazione tra contesto storico, industria locale e linguaggio contemporaneo in una forma pubblica di lunga durata.

Concetto e poetica Il titolo — Unclear Mother Without Child — suggerisce una tensione emotiva e concettuale tra assenza e presenza, origine e perdita, genesi e incompletezza. Rehberger lavora spesso sulla dissonanza tra funzione e immagine, sul cortocircuito tra oggetto quotidiano e arte pubblica: qui il cristallo assume valore di simbolo collettivo (memoria produttiva e identità locale) ma anche di medium vulnerabile che mette in scena fragilità e trasparenze. L’opera non si limita a celebrare la materia: la interroga, ne smonta le attese monumentali e costruisce possibili narrazioni di comunità attorno a ciò che resta e ciò che manca.

I PROGETTI

Il Progetto Totem Val d’Elsa si configura come un intervento strategico di mediazione culturale e segnaletica critica, capace di trasformare il patrimonio di opere contemporanee donate ai comuni della Val d’Elsa in un sistema informativo coeso e fruibile. Il bando “Let’s Art” della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che finanzia metà dell’iniziativa, offre la spinta iniziale per costruire una rete di totem descrittivi, delle opere d’arte contemporanea sparse nel territorio, pensati non come semplici pannelli esplicativi, ma come dispositivi curatoriali e progettuali integrati nell’esperienza urbana e nel progetto di distretto artistico promosso da Arte Continua.

Il progetto “Arte per la Riforestazione” coniuga poetica artistica e intervento ecologico pratico, trasformando spazi urbani degradati in paesaggi viventi attraverso un approccio integrato di scultura ambientale, progettazione botanica e partecipazione comunitaria. L’esperienza già realizzata a Tobbiana Allende — oltre 150 alberi e 400 arbusti piantati in un contesto di edilizia residenziale pubblica soggetto a inquinamento da traffico — costituisce un prototipo metodologico riproducibile che unisce competenze scientifiche (PNAT, Prof. Stefano Mancuso), capacità organizzativa (Associazione Arte Continua) e volontà istituzionale (Comune di Prato). l progetto “Arte contemporanea nel carcere di Sollicciano” (2025–inizio 2026) costituisce un intervento culturale e sociale che agisce su più livelli: riattiva spazi di esperienza estetica all’interno di un ambiente carcerario, sperimenta pratiche di mediazione culturale partecipata e promuove processi di cura individuale e collettiva attraverso il linguaggio artistico. L’iniziativa, resa possibile dal contributo della Fondazione Carlo Marchi e promossa dall’Associazione Arte Continua, si inserisce in una più ampia riflessione sul ruolo dell’arte nelle istituzioni carcerarie: non come semplice intrattenimento terapeutico, ma come dispositivo di soggettivazione che offre ai detenuti strumenti di espressione, narrazione e trasformazione.

I LABORATORI

I laboratori condotti da artisti internazionali introducono linguaggi diversi — dall’argilla alla pittura — permettendo pratiche materiali e simboliche che rimettono al centro la dignità creativa degli individui. Il programma di didattica dell’arte per adulti e bambini promosso in Val d’Elsa, in collaborazione con LaGorà, Culture Attive e Ottovolante, rappresenta un’opportunità strategica per costruire un ecosistema culturale territoriale che coniughi educazione, partecipazione e valorizzazione dell’arte contemporanea. Per il prossimo trimestre l’Associazione deve predisporre una proposta programmatica rivolta ai comuni e alle scuole.

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