“Antonio Biasiucci. Arca” in mostra a Torino

Le Gallerie d’Italia ­– Torino presentano la mostra del fotografo Antonio Biasiucci, terzo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana” a cura di Roberto Koch.

Il progetto, avviato nel 2022 con la mostra di Lisetta Carmi e proseguito nel 2023 con Mimmo Jodice, nasce con l’intento di realizzare un omaggio ai grandi maestri della fotografia del Novecento del nostro paese.

Tra i maestri contemporanei più interessanti e innovativi del nostro tempo, Antonio Biasiucci (Dragoni, 1961) persegue ormai da molti anni una pratica che si ispira a una versione assoluta del linguaggio. Un lavoro complesso, non semplice ma preciso e puntuale che semplifica, forse addirittura scarnifica, il gesto fotografico in un rinnovare continuo di forme alla ricerca di simboli assoluti.

LE OPERE

In questa mostra con oltre 250 fotografie esposte, per la prima volta i diversi capitoli del “poema utopico” di Biasiucci vengono presentati insieme: tra potenti polittici, sequenze di immagini, opere singole, lo sforzo è di realizzare una rappresentazione poetica ed estesa della vita degli esseri umani, in un periplo che tocca i temi profondi dell’esistenza, gli elementi essenziali del vivere partendo sempre dall’esperienza personale e, dunque, dagli elementi autobiografici che hanno per prima cosa formato il carattere e la sensibilità dell’artista stesso.

La ricerca di Biasiucci si adatta a grandi temi ancestrali, come il sapere, la base dell’alimentazione o il cielo stellato. Così, i volumi dell’archivio del Banco di Napoli che troviamo nella serie Codex, diventano, decontestualizzati, elementi architettonici, basamenti per nuove, possibili costruzioni. E i pani ripresi nel quotidiano lavorio delle mani appaiono come pianeti nell’universo, meteoriti che compaiono e scompaiono nel cielo. Ma questo stesso sguardo l’artista lo applica anche a contenuti di grande attualità, come il dramma dei migranti, cui si ispira la serie The dream.

Il nero profondo in cui spesso tutto è avvolto nelle fotografie di Biasiucci richiede allo spettatore uno sforzo particolare, quello di lasciarsi trasportare dallo stupore per poter vivere e riconoscere il lampo primigenio, la sorgente, l’origine della vita che riconosciamo in forme che si rivelano dinamicamente in trasformazione. Tutto ha a che fare con qualcosa di essenziale, come l’Arca che contiene archetipi o come la piramide, la costruzione utopica fatta di tanti possibili tasselli, di uno sforzo e di un sogno di assoluto.

Il progetto “La Grande Fotografia Italiana” prevede che per ogni mostra ci sia l’intervento di un altro artista. E così sui tre monoliti che occupano lo spazio centrale della mostra, tra i pani, i teschi e i calchi di Biasiucci, ecco le apparizioni inaspettate di Mimmo Paladino. I suoi disegni primitivi, i suoi numeri incisi nel nero dell’inchiostro, in un dialogo intimo con le fotografie, sono forme immaginifiche e nel loro essere infiniti e anonimi ci parlano della molteplicità degli esseri umani.

IL FOTOGRAFO

Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Trasferitosi a Napoli nel 1980, avvia un progetto dedicato agli spazi delle periferie urbane e nello stesso tempo inizia una ricerca incentrata sulla memoria personale, fotografando riti, luoghi e persone del suo paese d’origine.

Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio Vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si sviluppa come un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a esposizioni collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali, e ha preso parte a importanti iniziative culturali di carattere sociale. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare”, un percorso per giovani fotografi, a cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro. Attualmente insegna “Fotografia come linguaggio artistico” all’Accademia di Belle Arti di Foggia, all’Accademia di Belle Arti di Napoli e all’Università Iulm di Milano.

Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 a Londra il prestigioso “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004).

Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015.

EXHIBITION VIEW

INFO

“Antonio Biasiucci. Arca”
Dal 27 giugno 2024 al 6 gennaio 2025
Gallerie d’Italia – Torino

ph. Ruminielle

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