È morto Giorgio Armani, lo stilista, che aveva 91 anni, ha trasformato la moda in linguaggio universale e l’eleganza in un atto culturale.
Nato a Piacenza nel 1934, aveva costruito un impero fondato su rigore, misura e coerenza estetica, capace di oltrepassare le tendenze per diventare visione.
Per Armani la moda non era solo vestire, ma un’arte totale, dialogo continuo con architettura, design, fotografia e musica. Nel 2015 aveva inaugurato a Milano l’Armani/Silos, spazio museale che custodisce le sue collezioni e racconta il suo pensiero come percorso espositivo, luogo aperto di confronto tra creatività e memoria.
La sua passione per l’arte lo aveva portato a sostenere la Scala di Milano, a patrocinare concerti di Ennio Morricone, ad aprirsi al linguaggio della fotografia e a collaborazioni che hanno intrecciato immagine, suono e visione. Celebre anche la sua scelta del silenzio durante una sfilata del 2022, gesto di solidarietà che trasformava l’assenza di musica in dichiarazione etica.
Con Armani scompare un protagonista assoluto del nostro tempo, un interprete che ha elevato la moda a espressione artistica e che lascia un’eredità culturale capace di parlare ancora al futuro.
La mostra
Fino al 28 dicembre 2025 l’ Armani/Silos di Milano dedica una grande mostra a Re Giorgio Armani, offrendo al pubblico un percorso immersivo nella visione moderna dello stilista italiano che ha ridefinito i codici dell’eleganza internazionale.
Il percorso espositivo attraversa decenni di creazioni, mettendo in dialogo abiti, immagini e suggestioni che hanno reso Armani un punto di riferimento assoluto della moda contemporanea. Una modernità sobria e rigorosa, capace di influenzare il gusto collettivo e di conquistare il pubblico internazionale: dagli Stati Uniti che, già all’uscita di American Gigolo nel 1980, avevano consacrato il suo stile, fino al mondo intero che lo riconosce come simbolo di raffinatezza senza tempo.