PARMA-360

A Parma torna il festival della creatività contemporanea

In occasione dell’ottantesimo anniversario delle Celebrazioni per la Liberazione, Parma si prepara a ospitare la nona edizione del PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, intitolata “MEMORIE”.

Questo evento si svolgerà fino al 25 maggio 2025, sotto la direzione artistica di Chiara Canali e Camilla Mineo. Per più di un mese, il festival diffuso inviterà gli spettatori a scoprire la città attraverso un percorso espositivo che si snoda tra chiese sconsacrate, palazzi storici e torri medievali. Questa scelta di luoghi non convenzionali non solo valorizza il patrimonio architettonico di Parma, ma apre un dialogo tra la storia e le opere contemporanee, favorendo una riflessione profonda sul tema delle memorie, sia individuali che collettive. Sostenuto dalle associazioni culturali 360° Creativity Events e Art Company, il PARMA 360 Festival ha ottenuto finanziamenti dal Comune di Parma, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Fondazione Cariparma, insieme a una vasta rete di collaborazioni con enti pubblici e privati.

Il tema di quest’anno, “MEMORIE”, si presenta come un invito a immergersi in un’esplorazione profonda e sfaccettata del concetto di memoria. Gli artisti e il pubblico sono chiamati a riflettere su ciò che significa ricordare, non solo in termini di esperienze personali, ma anche attraverso il filtro delle memorie collettive che plasmano l’identità di comunità e culture. La memoria si può percepire da molteplici angolazioni: come un costrutto scientifico che implica studi e ricerche sui processi cognitivi che governano il ricordo, e come un’esperienza artistica che traduce queste intuizioni in forme visive, sonore o performative. La memoria storica, quando espressa e condivisa, diventa testimonianza, un’incredibile eredità che una generazione trasmette alla successiva. Questi ricordi collettivi non solo vivono nei libri di storia, ma si manifestano anche nelle narrazioni quotidiane, nelle tradizioni e nelle pratiche culturali, diventando il tessuto stesso della nostra esistenza. Le opere presentate attraverso mostre e installazioni invitano a riflettere sull’intersezione di questi aspetti. Gli artisti, attraverso le loro creazioni, indagano come la memoria possa influenzare le esperienze umane, come il passato possa svelarsi nei racconti delle generazioni future e come i ricordi condivisi possano dare forma alle narrazioni culturali.

La memoria collettiva diventa così un veicolo attraverso il quale si esplora l’appartenenza, l’identità e le dinamiche sociali, creando un dialogo tra il noto e l’ignoto, tra l’individuo e la comunità. In questo contesto, “MEMORIE” si propone non solo di archiviare eventi, ma di risvegliare emozioni e istillare riflessioni.

Alcune delle mostre che costituiscono il festival sono:
Nella suggestiva cornice del Palazzo del Governatore, si apre la mostra collettiva “SE QUESTO È UN UOMO. L’Arte ricorda. L’Umanità resiste. Opere 1945-2025”, curata da Chiara Canali e ispirata al celebre romanzo di Primo Levi. Questa rassegna non si limita a esporre opere d’arte, ma offre una profonda riflessione sull’umanità del Novecento, periodo storico segnato da conflitti devastanti, dalla frammentazione dell’identità e dall’emergere di istanze inconsce. Attraverso una rilettura del testo di Levi, la mostra si propone come un affresco evocativo di esperienze e sofferenze condivise, presentando opere che testimoniano non solo le atrocità della guerra e degli orrori dei campi di sterminio, ma anche la tenacia delle resistenze umane. Tra le opere di denuncia e di monito che hanno segnato la storia dell’arte, si possono annoverare le acqueforti “Sueño y Mentira de Franco” di Pablo Picasso, realizzate nel 1937, che già anticipano l’orrore della guerra e le atrocità del regime totalitario. In questa scia critico-artistica si colloca la raccolta di disegni “Gott mit Uns – Dio è con noi” di Renato Guttuso, un ciclo che non solo documenta la brutalità del conflitto, ma si fa anche portavoce dell’impegno politico dei partigiani e del valore inestimabile della Resistenza.

La mostra non si limita però a un’analisi del conflitto bellico; essa affronta anche un tema più ampio e profondo: l’esplorazione della figura umana nel Novecento. Le opere presentate raccontano un’epoca in cui la condizione umana si caratterizza sempre più per l’espressione del male e della sofferenza. I volti e i corpi degli individui ritratti da Guttuso e da altri artisti sono privi di tratti fisionomici definiti; vengono rappresentati in uno stato di figurazione, di smorfie disperate e di urla. Queste figure risultano gravate da un dolore acuto, testimonianza di una realtà drammatica e vulnerabile, e riflettono l’assenza di speranza che caratterizza l’esistenza dell’uomo contemporaneo.

Un esempio significativo in questo contesto è rappresentato dall’opera di Francis Bacon, le cui immagini inquietanti e deformate hanno avuto un impatto duraturo su una vasta gamma di artisti contemporanei, in particolare quelli appartenenti alla corrente della Nuova Figurazione Italiana. Tra questi, troviamo nomi come Agostino Arrivabene, Roberto Coda Zabetta, Marco Fantini, Giovanni Iudice, Francesco Lauretta, Paolo Maggis, Andrea Martinelli, Sergio Padovani, Lorenzo Puglisi e Desiderio Sanzi.

Francis Bacon, Uomo che riflette, 1980, litografia su carta, esemplare XV su XXX, cm 160 x 120.
Collezione Barilla di Arte Moderna – Parma

Questi artisti si sono distinti per la loro capacità di riprendere e reinterpretare le inquietudini visive tipiche di Bacon, traducendole in opere che esplorano la condizione umana, il senso di alienazione e la lotta interiore dell’individuo. Inoltre, questa tradizione di rielaborazione visiva non si ferma ai confini della Nuova Figurazione Italiana, ma si estende anche al dialogo contemporaneo tra arte e tecnologia. Artisti come Giuseppe Lo Schiavo, Davide Maria Coltro e Mario Klingemann si dedicano a indagare le intersezioni tra l’arte tradizionale e le nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale. Le loro opere sollevano interrogativi fondamentali sul ruolo della creatività umana in un’epoca in cui la tecnologia avanza rapidamente, spingendo a riflessioni profonde su come l’AI possa influenzare la produzione artistica e, in ultima analisi, la nostra percezione dell’arte stessa. Questo complesso panorama artistico, che spazia dai temi della deformità e dell’assurdo evocati da Bacon fino all’innovazione tecnologica dei nostri giorni, evidenzia una continua evoluzione del linguaggio visivo e una ricerca intensa di significato che si riflette nelle opere di una generazione di artisti che si nutrono sia del passato che delle sfide del presente. Il percorso espositivo include circa un centinaio di opere realizzate da 65 artisti, sia storici che contemporanei.

avide Maria Coltro, The Living, 2025, trittico di Quadri Mediali tipo QM-19, flusso di icone di ritratti trasmessi a Quadro Mediale. Collezione Cristina Bersan

La Galleria San Ludovico, accoglie la mostra intitolata “MARIO GIACOMELLI: Questo ricordo lo vorrei raccontare”, un omaggio all’ultima serie fotografica realizzata dall’artista nel 2000. Questa esposizione rappresenta un momento cruciale nel percorso creativo di Giacomelli, poiché racchiude una summa della sua visione artistica e personale, trasformandosi in una sorta di “testamento” visivo. “Questo ricordo lo vorrei raccontare” non è soltanto un insieme di immagini, ma un profondo inno all’introspezione e alla memoria. Fatta poco prima della sua scomparsa, avvenuta nello stesso anno, quest’opera testimonia l’intensa ricerca interiore che ha caratterizzato l’intero lavoro di Giacomelli per cinquant’anni. Le fotografie di questa serie non solo documentano realtà esterne, ma si configurano come veri e propri racconti dell’anima, riflettendo il tumulto e la meraviglia che l’artista ha vissuto nel corso della sua vita. Giacomelli, infatti, ha sempre descritto la sua arte come un’espressione della profondità interiore, un viaggio personale in cui gli spettatori sono invitati a perdersi nella “vertigine e nello stordimento” delle emozioni trasmesse dalle sue opere. Ogni scatto diventa così un portale per esplorare non solo il mondo esterno, ma anche le complessità e i misteri dello spirito umano. L’esposizione comprende un’ampia selezione di circa 70 opere d’arte vintage, affiancate da più di 200 provini di stampa. Questa esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli, fa parte delle celebrazioni per il Primo Centenario della nascita di Mario Giacomelli (1925-2025). In un calendario espositivo ricco e variegato, il punto culminante sarà rappresentato dall’inaugurazione simultanea di due importanti mostre retrospettive. Queste mostre offriranno una visione complessiva e sfaccettata dell’opera di Giacomelli: la prima si terrà a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, dal 20 maggio al 3 agosto 2025, mentre la seconda avrà luogo a Milano, al Palazzo Reale, dal 22 maggio al 7 settembre 2025.

La mostra intitolata “Come un segno di memoria”, curata dalla Galleria Caracol, si svolge presso il Laboratorio Aperto del Complesso di San Paolo, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi in un universo creativo e stimolante, in cui le opere di quattro illustri illustratori contemporanei si confrontano e si intrecciano.
Si tratta di Francesco Chiacchio, Manuele Fior, Andrea Serio ed Elisa Talentino, artisti che si sono affermati con forza nel panorama artistico, ottenendo riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale grazie ai loro stili unici e alla straordinaria capacità di narrare storie attraverso le immagini.
Andrea Serio, ha realizzato le illustrazioni per le opere di Beppe Fenoglio pubblicate da Einaudi, portando alla vita visivamente le parole di uno degli autori più significativi della letteratura italiana del Novecento. Le sue copertine non solo attraggono l’occhio, ma evocano anche l’atmosfera e i temi centrali delle opere, creando un legame potente tra testo e immagine.
Manuele Fior, altro protagonista della mostra, ha prestato la sua arte per illustrare i lavori di Cesare Pavese, altro gigante della letteratura italiana. Le sue creazioni, intrise di un lirismo visivo e di una sensibilità profonda, riescono a catturare l’essenza della scrittura di Pavese, traducendo le sue tematiche esistenziali e le sue impressioni di vita in immagini evocative e suggestive.
Elisa Talentino, con il suo immaginario femminile e ricco di storie e tradizioni, offre uno sguardo intimo e profondo sull’universo delle donne. Le sue opere sono una celebrazione della complessità femminile, un incontro tra passato e presente che invita alla riflessione e all’immaginazione.
Infine, Francesco Chiacchio, attraverso il suo approccio in bianco e nero, riesce a catturare istanti di vita quotidiana. Le sue illustrazioni, trasmettono emozioni sottili e raccontano storie universali.

Exhibition view

Info

Parma 360 Festival della creatività contemporanea (IX Edizione)
MEMORIE
Direzione artistica: Chiara Canali, Camilla Mineo
Parma, sedi varie
Fino al 25 Maggio 2025

Orari sul sito: www.parma360festival.it

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