Da oggi, 28 novembre, il Palazzo di Città di Cagliari accoglie per la prima volta in Sardegna una grande esposizione dedicata ad Antonio Ligabue (1899–1965), il pittore ribelle e visionario che ha sconvolto il panorama artistico del Novecento con la forza primordiale delle sue immagini.
“Antonio Ligabue. La grande mostra” presenta 60 capolavori – tra oli e disegni – che ripercorrono l’intero arco creativo di un artista fuori da ogni schema, capace di trasformare la sua vita difficile in una straordinaria avventura pittorica.
A Cagliari viene proposto un avvincente percorso tra i temi centrali dell’universo di Antonio Ligabue: le scene di vita contadina, le carrozze, le troike, i postiglioni che rievocano la memoria delle stampe popolari e della tradizione rurale, fino ai celeberrimi autoritratti, nei quali l’artista affronta il proprio volto come un campo di battaglia interiore.
Figura complessa e profondamente umana, Ligabue – definito da molti il “Van Gogh italiano” – è stato per anni un emarginato, che ha trovato nella pittura la sua forma più autentica di riscatto e che ha saputo trasformare il suo dolore in arte.
Egli non dipingeva: ruggiva sulla tela. Le sue opere non sono semplici rappresentazioni della realtà, ma visioni di un mondo interiore che esplode in colori accesi, pennellate vigorose e animali carichi di vita e simbolo.
Le fiere, tema ricorrente del suo immaginario, sembrano incarnare la sua stessa forza istintiva: tigri, aquile e leoni dipinti con energia quasi febbrile, in cui la natura si fa metafora dell’anima. Accanto a esse, animali domestici, cavalli, buoi e cani fedeli, osservati con uno sguardo di empatia e dolcezza, rimandano al bisogno di affetto e appartenenza di un uomo spesso incompreso.
Ogni opera è un grido, una confessione, una rivelazione: Ligabue dipingeva come si vive – con urgenza, con passione, con dolore e meraviglia.
Il suo lavoro rivela la tensione di un uomo che cercava nella pittura la propria salvezza e che, attraverso il colore e la forma, tentava di riscattare la propria condizione di solitudine. Nei suoi occhi e nelle sue bestie feroci si legge la stessa fiamma: quella di un artista che ha vissuto la vita come una continua sfida contro il destino.
La forza di Ligabue risiede proprio nella sua autenticità radicale. Pur lontano dalle correnti artistiche dominanti del suo tempo, ha anticipato tendenze che solo più tardi avrebbero esaltato la libertà espressiva e la spontaneità creativa. La sua tecnica apparentemente istintiva, quasi primitiva, infrange le regole accademiche e invita a un’esperienza estetica più diretta, più viscerale.
Entrare in contatto con le sue opere significa confrontarsi con una verità senza filtri, con un’arte che nasce dal bisogno di esistere, di affermarsi, di raccontare la vita nella sua forma più cruda e struggente. Ogni dipinto è un racconto di sé, ma anche un frammento universale di umanità.
Il percorso espositivo – con opere come il raramente esposto Circo all’aperto (1955–1956) o Leopardo nella foresta (1956–1957), Aratura (1944–1945), Diligenza con castello (1957–1958) e Autoritratto con berretto da fantino (novembre 1962) – offre così non solo una straordinaria immersione visiva, ma anche un’occasione di riflessione sul valore dell’arte come strumento di liberazione personale e di riconciliazione con il mondo.
Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera e della storia di un uomo tanto straordinario da aver appassionato negli anni migliaia di persone, diventando addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ‘70.
Dal 28 novembre, dunque, il Palazzo di Città di Cagliari diventa il palcoscenico di un viaggio emozionante dentro l’anima di un artista indomabile, dove ogni colore racconta una ferita e ogni tela si fa specchio di una vita vissuta fino all’estremo.
EXHIBITION VIEW
INFO
“Antonio Ligabue. La grande mostra”
28 novembre 2025 – 7 giugno 2026
Palazzo di Città, Cagliari









