Infinity Mirrored Room – The Hope of the Polka Dots Buried in Infinity Will Eternally Cover the Universe, 2025 © YAYOI KUSAMA Photo: Mark Niedermann

Yayoi Kusama alla Fondation Beyeler a Basilea

La Fondation Beyeler di Basilea dedica a Yayoi Kusama (1929, Tokyo) la prima grande retrospettiva mai realizzata in Svizzera sull’artista, figura cardine della cultura visiva contemporanea e una delle più influenti del XX e XXI secolo.

Organizzata in stretta collaborazione con Kusama e il suo studio, la mostra riunisce oltre 300 opere provenienti da collezioni pubbliche e private in Giappone, Singapore, Paesi Bassi, Germania, Austria, Svezia, Francia e Svizzera, offrendo una visione ampia e stratificata della sua opera e della sua costante risonanza a livello globale.
Un viaggio totale – estetico, sensoriale e mentale – attraverso oltre sette decenni di creazione ininterrotta, dalla pittura al gesto performativo, fino alle celebri installazioni immersive che hanno ridefinito il rapporto tra arte e percezione.

Dalle origini giapponesi all’avanguardia newyorkese

L’esposizione si apre con una sezione dedicata ai dipinti e acquerelli degli anni Cinquanta, eseguiti nella città natale di Kusama, Matsumoto, e raramente esposti finora. In queste prime opere si intravedono già i nuclei concettuali che segneranno tutta la sua carriera: l’ossessione per la ripetizione, la tensione verso la dissoluzione del sé, il desiderio di trasformare il trauma personale in visione universale.

Il percorso prosegue con il periodo newyorkese, quando, tra la fine degli anni Cinquanta e i Settanta, Kusama si trasferisce nella metropoli americana e diventa una figura di spicco dell’avanguardia internazionale. In un dialogo serrato con artisti come Donald Judd, Claes Oldenburg e Andy Warhol, Kusama porta avanti una ricerca radicale che attraversa minimalismo, pop art e performance, elaborando un linguaggio personale, immediatamente riconoscibile, dove la ripetizione di punti e reticoli diventa gesto di resistenza e di autoaffermazione.

L’infinito come visione e catarsi

Al centro della poetica di Kusama vi è il concetto di infinito – una realtà spirituale e psicologica prima ancora che estetica.
Nei suoi Infinity Nets, la trama pittorica si espande come un respiro cosmico, mentre le Infinity Mirror Rooms avvolgono lo spettatore in un universo riflettente, moltiplicato all’infinito, dove i confini tra corpo e spazio, tra io e mondo, si dissolvono.

Attraverso la ripetizione ossessiva di punti, superfici specchianti e strutture seriali, Kusama trasforma la sua esperienza della fragilità mentale in una metafisica della percezione, capace di coniugare arte e vita, vulnerabilità e forza, finito e trascendenza.
Ogni opera diventa così un frammento dell’“universo Kusama”, una costellazione pulsante in cui si riflette l’anelito umano alla fusione con il tutto.

L’arte come esperienza immersiva e collettiva

Le opere di Kusama non si limitano a essere osservate: vanno vissute.
Le sue installazioni a specchi e sculture ambientali immergono il visitatore in una dimensione sensoriale totale, dove la percezione del sé si confonde con quella dello spazio.
In questo modo, Kusama trasforma i conflitti interiori in esperienze condivise, facendo della propria arte un luogo di consolazione, confronto e guarigione collettiva.
L’infinità delle sue visioni diventa un’esperienza emotiva, in cui ogni spettatore è chiamato a confrontarsi con la vertigine del proprio riflesso.

Un dialogo tra luce, colore e natura

La mostra alla Fondation Beyeler si configura come un progetto pionieristico e site-specific: oltre 130 opere mai esposte in Europa, tra cui Infinity Mirrored Room: Illusion Inside the Heart (2025) e una nuova installazione creata appositamente per il museo.
Le sale interne dialogano con il parco e l’architettura progettata da Renzo Piano, in un continuum tra arte e natura.
Le sculture e le Infinity Mirror Rooms si espandono all’esterno, generando un contrappunto visivo di riflessi, luci e colori che mutano con le ore del giorno, trasformando l’esperienza museale in un viaggio immersivo tra interno ed esterno, materia e spirito.

Un ritratto totale dell’artista

La retrospettiva restituisce l’immagine di un’artista inclassificabile, che in oltre settant’anni di lavoro ha attraversato tutti i linguaggi: pittura, scultura, installazione, performance, moda, letteratura, cinema.
Kusama ha fatto della propria esistenza un laboratorio di ricerca estetica e psichica, rifiutando costantemente ogni etichetta per perseguire una libertà assoluta, al confine tra arte, follia e illuminazione.
La mostra invita a rileggere la sua opera come una forma di resistenza poetica, una meditazione visiva sul desiderio di annullarsi nell’infinito e, al tempo stesso, di affermare la propria presenza nel mondo.

Un catalogo tra arte e scienza

A completare l’esposizione, un catalogo riccamente illustrato, edito da Hatje Cantz Verlag, a cura di Leontine Coelewij, Stephan Diederich e Mouna Mekouar.
La pubblicazione – realizzata in collaborazione con l’artista – raccoglie saggi provenienti da discipline diverse: astrofisica, biologia, moda, informatica e sociologia, con contributi di Emanuele Coccia, Katie Mack, Stefano Mancuso, Ralph McCarthy, SooJin Lee, Agata Soccini e Helen Westgeest, oltre a materiali d’archivio e scritti della stessa Kusama.
Un mosaico di voci che riflette l’inesauribile vastità del suo universo creativo e la connessione profonda tra arte, scienza e spiritualità.

Un articolo dedicato alla mostra è pubblicato all’interno del nuovo numero del magazine (scopri il nuovo numero).

Exhibition View

Info

Yayoi Kusama
12 ottobre 2025 – 25 gennaio 2026
Fondation Beyeler
Beyeler Museum AG, Baselstrasse 77, CH-4125 Riehen

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