Allison Katz 2025

ALLISON KATZ Foundations da Gió Marconi a Milano

Nella sua nuova personale “Foundations”, ospitata alla Galleria Gió Marconi di Milano, Allison Katz — tra le voci più raffinate e intelligenti della pittura contemporanea — riflette sulle origini del gesto artistico, sulle eredità (familiari e culturali) che lo plasmano e sui miti che lo sorreggono.

Il punto di partenza è un atto di apertura: Katz invita la nonna paterna, Edna Katz Silver, artista novantenne, a condividere lo spazio della mostra. I suoi ricami dinamici, realizzati nell’ultimo decennio, diventano parte integrante del progetto, come fili genealogici che intrecciano la biografia e la pratica pittorica dell’artista.

Ho invitato Edna a condividere con me questa mostra personale”, racconta Katz, “dando forma a uno scambio reciproco iniziato quasi dieci anni fa, quando per la prima volta le chiesi di ricamare la mia firma”.

La firma, elemento ricorrente nell’opera di Katz, diventa qui una chiave di lettura: gesto identitario e insieme simbolo di trasmissione, di eredità consapevole o inconscia. Intorno a questo segno l’artista costruisce un dialogo intergenerazionale che si estende anche al gallerista Gió Marconi, coinvolto attraverso un lavoro di memoria familiare. Katz riprende infatti immagini di foulard e cornici realizzati dagli antenati di Marconi, corniciai e produttori di tessuti divenuti mercanti d’arte: un modo per interrogarsi sulla continuità del gusto, sulla vocazione e sul valore simbolico dell’ornamento.

Per Katz, tuttavia, la cornice non è solo un riferimento biografico: è l’origine stessa della pittura, il suo primo gesto strutturante. “Il profilo della cornice rappresenta le prime quattro linee di qualsiasi immagine. Inquadrare significa interrompere l’infinito, estrarre la trama della vita dal continuum”, afferma l’artista. Lo stesso vale per il foulard decorativo, arabesco che delimita e provoca, che racchiude e insieme lascia vuoto il centro — come la memoria, che delimita l’indicibile.

Nei nuovi dipinti e assemblaggi, Katz intreccia fotografie personali, giochi linguistici, ricordi e frammenti di cultura visiva moderna, componendo un paesaggio mentale che indaga la pittura come campo genealogico. “Non esiste una tela bianca”, sottolinea. “Qualcosa è sempre già presente: l’inconscio, il DNA, le strutture materiali, i corpi delle persone amate, i fantasmi di chi non c’è più. Tutte queste forze danno forma ai nostri piaceri e alle nostre paure — una sorta di autoritratto non creato dal sé”.

Foundations — titolo che in inglese evoca tanto le fondamenta quanto il concetto di eredità — è dunque un’indagine sulle radici dell’arte e sulla loro inesorabile persistenza. Katz trasforma la galleria in un ecosistema di segni, dove pittura, tessuto, memoria e architettura convivono in un equilibrio delicato. Ogni opera diventa un frammento di una storia collettiva, che affonda nel terreno comune delle origini e delle relazioni, ma si apre al futuro come un nuovo inizio.

INFO

ALLISON KATZ
Foundations
3 ottobre – novembre, 2025
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milano

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