VIVONO.-Arte-e-affetti-HIV-e-AIDS-in-Italia.-1982-1996.-Centro-per-larte-contemporanea-Luigi-Pecci-Prato

VIVONO. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996 al Centro Pecci di Prato

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta, da sabato 4 ottobre 2025 a domenica 1° marzo 2026, “VIVONO. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996” a cura di Michele Bertolino.

VIVONO.-Arte-e-affetti-HIV-e-AIDS-in-Italia.-1982-1996.-Centro-per-larte-contemporanea-Luigi-Pecci-Prato.-2025

Si tratta della prima mostra istituzionale che ricompone la storia dimenticata delle artiste e degli artisti italiani colpiti dalla crisi dell’HIV-AIDS. Opere d’arte, poesie, paesaggi sonori e video si combinano a materiali d’archivio e memorie personali per delineare un possibile percorso che attraversa gli anni dal 1982 al 1996–dalla prima segnalazione di AIDS conclamato in Italia all’arrivo delle terapie antiretrovirali–restituendo l’urgenza e l’unicità di quel tempo.

La mostra è presentata nelle sale storiche del Centro Pecci che, tra il 1992 e il 1994, ha proposto numerose attività espositive, culturali e sociali per combattere lo stigma e la disinformazione intorno all’AIDS e che oggi conserva in Eccentrica, mostra permanente della collezione, Commemuro (1993), opera di Francesco Torrini a ricordo di amiche e amici morti a causa dell’AIDS. VIVONO riconosce questa genealogia ed è realizzata insieme a un comitato scientifico, composto da curatrici, archivisti e attiviste impegnate a leggere la crisi HIV-AIDS con gli occhi dell’attualità.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Il percorso espositivo si apre con una produzione filmica realizzata per l’occasione anche grazie al sostegno di Candy e commissionata a Roberto Ortu, in stretta conversazione con il curatore. Nel film, le poesie di Dario Bellezza, Massimiliano Chiamenti, Nino Gennaro, Ottavio Mai, La Nina, Marco Sanna e Pier Vittorio Tondelli, poeti che hanno vissuto con HIV e lo hanno raccontato nei loro testi, sono lette da attrici, attivisti e artiste. Le loro parole, spazio di confessione o carne viva che si fa toccare e baciare, prendono vita e precipitano nel tessuto della vita quotidiana contemporanea. È una riflessione sull’amore e l’affetto che chiede: come amiamo insieme?

L’archivio è la spina dorsale della mostra. Costruito a più voci con Valeria Calvino, Daniele Calzavara e i Conigli Bianchi, raccoglie documenti, manifesti, articoli di giornale, video e tracce sonore che, come appunti, tratteggiano la dimensione storica, politica, sociale e culturale italiana tra il 1982-1996. Per sottolineare il carattere non-finito di questa ricostruzione, i materiali sono presentati su grandi bacheche da lavoro dotate di ruote, che suggeriscono la possibilità di riconfigurare la narrazione. Affiorano tra i documenti storici, gli interventi di Emmanuel Yoro e Tomboys Don’t Cry che offrono delle prospettive contemporanee di lettura, sottolineando vuoti e silenzi.

Tra i documenti, sono presentate le opere d’arte di artiste e artisti italiani, tracce o testimonianze, spesso gridate a pieni polmoni altre volte sussurrate, che complicano la comprensione di quegli anni e offrono occasioni di approfondimento su questioni specifiche. Parlano di esperienze di vita, descrivono una temperatura emotiva che è fatta di felicità e dolore, e coniugano ricerca estetica, attivismo politico, storie personali e posizioni filosofiche. Le opere di artiste e artisti internazionali espandono ulteriormente queste riflessioni, presentando lavori che, esposti in Italia tra il 1982 e il 1996, hanno avuto un impatto importante nella comunità artistica o nell’attivismo: i poster di Gran Fury, esposti alla Biennale del 1990 (e per la prima volta da allora ripresentati in Italia), si relazionano alle opere di Keith Haring; le tende di organza blu di Felix Gonzalez-Torres (presentate al Castello di Rivara nel 1991) convivono con i lavori di David Wojnarowicz e Walter Robinson, proposti a Milano da Corrado Levi nel 1984.

Tre sale monografiche sono dedicate al lavoro di Nino Gennaro, Francesco Torrini e Patrizia Vicinelli, nelle cui opere, poesia, immagine e corpo si integrano. Le tre figure propongono tre attraversamenti specifici in quegli anni. Vicinelli dà alla parola uno spessore fisico, la trasforma in corpo, fragile e combattivo, in grado di desiderare e toccare la libertà. Nino Gennaro lotta per il diritto alla casa e contro la mafia, è inserito in un tessuto sociale intersezionale, parla di affetto e amore, dell’importanza della gioia e del riconoscimento reciproco in opere che uniscono ricerca verbo-visiva, teatro e collage. Francesco Torrini, legato alla comunità fiorentina degli anni ‘80 e consapevole delle esperienze internazionali, dice del corpo come luogo di memoria e condensa nelle sue opere un’attenzione spirituale laica. L’HIV-AIDS non è un tema o un soggetto delle opere, quanto più una griglia interpretativa tramite cui guardare al mondo, coglierne la fragilità e proporre la bellezza, tattile, relazionale e di vita, come possibile risposta a una pandemia spesso silenziata.

L’ALLESTIMENTO

L’allestimento della mostra, progettato da Giuseppe Ricupero, si pone come dispositivo di avvicinamento ai lavori. Sviluppato sui toni del bianco, è un percorso alla luce del sole tra storie, persone e posizioni artistiche che sono state spesso messe ai lati. Tramite dispositivi mobili e strutture pensate per ciascuna delle artiste e artisti, il progetto espositivo media tra lo spazio museale e una dimensione intima e domestica, insistendo sulle relazioni di affetti, geografie e corpi che attraversano VIVONO.

Come si vive l’amore e la gioia quando tutto intorno è oscurità? Che fine fanno la rabbia e la speranza quando tutto sembra perduto? Come si respira, come si agisce insieme per costruire un futuro in un tempo di minaccia diffusa e vulnerabilità condivisa? Quali alleanze nascono per ritrovare il senso di un sorriso? Quali parole e immagini scegliamo per raccontare le nostre perdite e le nostre conquiste? Come ci guardiamo negli occhi?
VIVONO guarda agli anni della crisi dell’HIV-AIDS in Italia come un momento generativo, in cui si sono formate alleanze inaspettate, in cui l’amore è diventato spazio di azione politica, si è tradotto in sostegno, affetto, cura, carne. VIVONO è una storia collettiva, il ritratto di una generazione viva: parole scritte, immagini, voci e linguaggi si intrecciano con il sesso, l’immaginazione e il lutto, evocando utopie che ancora ci appartengono, ancora pulsano, ancora vivono.

IL CATALOGO

Ad accompagnare la mostra, la pubblicazione di un catalogo edito da Axis Axis e suddiviso in due volumi. Il primo, VIVONO. Archivio è un estensivo apparato iconografico dove documenti e opere d’arte, disposte secondo una cronologia lineare, raccontano la storia politica e sociale di quegli anni e offrono una prima occasione di approfondimento e di accesso alle vicende. Il secondo, VIVONO. Reader, raccoglie dieci saggi commissionati, che propongono letture storico-artistiche e testimonianze, e un’antologia che presenta poesie e lettere di alcune delle artiste e degli artisti esposti in mostra.

EXHIBITION VIEW

ARTISTI E ARTISTE

Luciano Bartolini
Dario Bellezza
Roberto Caspani
Gea Casolaro
Massimiliano Chiamenti
Luis Frangella
Nino Gennaro
John Giorno
Nan Goldin
Felix Gonzalez-Torres
GOTSCHO
Gran Fury
Hervé Guibert
Keith Haring
Derek Jarman
Corrado Levi
Lovett/Codagnone
Ottavio Mai
Robert Mapplethorpe
Porpora Marcasciano
La Nina
Kristin Oppenheim
Walter Robinson
Marco Sanna
Vittorio Scarpati
Andres Serrano
Giovanni Testori
Pier Vittorio Tondelli
Francesco Torrini
Maurizio Vetrugno
Patrizia Vicinelli
David Wojnarowicz
Bruno Zanichelli 


Con opere video di:
Silvano Agosti
Elisabetta Fabrizi, Chiara Fatti e Costanza Salvi
Valerio Governi
Nicola Guiducci
Miguel Malafronte, Clelia Sedda, Emanuela Grimalda e Micheal Ennemoser
Larry Pattume e Tony Ratto
Monica Petracci e Sauro Rossi
Stefano Ragazzi

INFO

VIVONO.
Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996
a cura di Michele Bertolino
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
4 ottobre 2025 – 10 maggio 2026

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