PalazzoIrreale-3_©-Nicola-Morittu_Bosca_Opere.

Il Secondo Appuntamento con Giuseppe Gabellone al PALAZZOIRREALE

Il progetto espositivo intitolato “Giuseppe Gabellone” rappresenta il secondo capitolo del ciclo di mostre promosso dal centro di arte contemporanea PalazzoIrreale, situato a Canelli nel cuore del Monferrato.

Giuseppe Gabellone, installation view, 1_© Nicola Morittu_Bosca

Fondato nel 2024 grazie all’ispirazione di Polina Bosca e voluto dalla famiglia Bosca, proprietaria dell’omonima casa spumantiera, quest’istituzione si configura come un nuovo polo di sperimentazione e riflessione artistica, aperto al pubblico fino alla data del 28 settembre 2025.

La mostra, curata con attenzione da Giorgio Galotti e sotto la direzione creativa di Diana Berti, si propone di mettere in scena un dialogo tra arti visive, spazio e contaminazioni culturali presenta un articolato insieme di nove opere, comprendenti sculture e fotografie, integrate da un’installazione site-specific realizzata appositamente per gli spazi dell’azienda e delle antiche cantine denominate “Cattedrali Sotterranee”.

Queste ultime, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO, conferiscono alla mostra un valore simbolico e storico di grande rilievo, contribuendo a sottolineare il carattere di eccezionalità e continuità tra tradizione e innovazione che caratterizza l’intera iniziativa espositiva. L’intervento ideato e concepito da Giuseppe Gabellone per questa occasione si configura come un racconto visivo articolato, in cui ogni traccia disseminata all’interno delle sale espositive si svela come una tessera di un mosaico complesso, con un fine preciso: condurre lo spettatore verso l’individuazione di un orizzonte, inteso non semplicemente come una linea nel continuum dello spazio, ma come una meta ambigua, come una presenza sfuggente o come un’apparizione misteriosa che, nel suo susseguirsi, entra in rapporto diretto con l’esperienza sensoriale e cognitiva di chi osserva. Questo orizzonte, così concepito, si configura come un punto di fuga, un richiamo che invita alla partecipazione attiva, stimolando un coinvolgimento profondo e personale nel percorso di scoperta.

Al centro di questa operazione narrativa si erge l’opera inusitata e inedita intitolata “Tramonto scivola”, datata 2025, creata appositamente per occupare e dialogare con la vasta sala dedicata alla “linea di produzione” della casa spumantiera. Questa installazione prende la forma di un proiettore motorizzato che, muovendosi con precisione e continuità lungo un tracciato prestabilito, anima un quadrato di luce di colore giallo, che si manifesta come un elemento dinamico e vibrante, capace di ridefinire e riformulare lo spazio circostante.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo si avvia dall’opera fotografica intitolata “Testa capovolta” (2024), collocata strategicamente all’ingresso del percorso stesso, con l’obiettivo di accogliere i visitatori in modo suggestivo e di introdurli in un universo narrativo parallelo, ricco di simbolismi e di suggestioni visive. Questa immagine funziona come una chiave di volta estetica e concettuale, proiettando lo spettatore in un mondo alternativo, che si dipana attraverso un rimando alle potenzialità della percezione e all’effimero istante della rappresentazione visiva. Da qui, il percorso si sviluppa esplorando le aree industriali, attraverso un racconto articolato articolato in più livelli e codici comunicativi: si intervalla tra elementi scultorei, installativi e fotografici, creando un articolato universo narrativo.

La narrazione si arricchisce di elementi di forte impatto visivo e simbolico, come i bassorilievi che scandiscono i momenti salienti di questa esplorazione, e una fotografia posizionata direttamente a pavimento, le cui dimensioni e collocazione contribuiscono a creare un dialogo fisico e percettivo con lo spettatore, invitandolo a coinvolgersi maggiormente nell’esperienza immersiva. A completare questa sequenza visiva, una serie di fusioni in stagno realizzate appositamente per l’allestimento. Al di là di una grande vetrata, si colloca la prima delle due sculture luminose dal titolo “Untitled” (2018). Questa opera, grazie alla sua presenza imponente e alla sua particolare conformazione, delimita uno spazio paesaggistico che sembra estendersi oltre i limiti dello spazio espositivo, coinvolgendo l’osservatore in un’esperienza sensoriale che invita alla riflessione sulla percezione e sulla relazione tra spazio, luce e ombra. La scultura è composta da una struttura portante in acciaio, sulla quale si susseguono numerose lampadine luminose disposte in modo tale da creare un movimento pulsante, una sorta di cuore che batte lentamente con il ritmo dell’opera. La pulsazione luminosa, lenta e cadenzata, stimola l’occhio e la mente ad adattarsi a un ritmo quasi insospettato.

La mostra si conclude in un contesto altamente suggestivo e carico di significato: le antiche cantine, riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, costituiscono lo scenario finale e simbolico di questa installazione. In questo ambiente silenzioso, le pareti di pietra ospitano la seconda opera intitolata “Untitled”, realizzata nel 2018. Questa opera, concepita come un punto di arrivo e di riflessione, si presenta sotto forma di una lanterna sovradimensionata, un elemento che si staglia come un faro all’interno di uno spazio spesso avvolto dal buio, dove gli odori organici e i profumi evocativi delle gallerie sotterranee. La natura stessa di questa installazione amplifica la percezione dello spazio, non attraverso un’enfatizzazione delle sue architetture o delle sue fattezze materiali, bensì manifestandosi come una presenza autonoma, viva e vibrante. Essa sembra insediarsi nel luogo, non solo condividendo il suo ambiente, ma incarnandone una parte integrante, vivendone la storia e contribuendo ad ampliarne il mistero intrinseco.

La mostra nel suo complesso si presenta come un’esperienza di notevole interesse, certamente favorita dalla scelta del luogo, insolito e inusuale per un’esposizione d’arte, ma che, proprio grazie alle sue peculiarità distintive – le atmosfere intime e suggestive di una cantina vitivinicola – riesce ad arricchire e valorizzare l’oggetto d’arte.

Questa ambientazione, al di là della sua natura insolita, agisce come un catalizzatore che invita lo spettatore a sospendere il giudizio immediato. Tuttavia, riguardo alle opere presentate, emerge una criticità significativa: esse appaiono, a mio avviso, intrappolate nel loro stesso significato, rimanendo sostanzialmente chiuse, incapaci di dialogare apertamente con l’osservatore. Il loro non-linguaggio, o meglio il loro linguaggio iconico e formale, si dimostra insufficiente nel creare un’interazione significativa, lasciando l’osservatore in una posizione di ascolto passivo, privo di strumenti per decifrare il messaggio nascosto o intendere le sfumature profonde dell’opera.

Exhibition View

Info

GIUSEPPE GABELLONE
a cura di Giorgio Galotti
18 maggio – 28 settembre 2025
PALAZZOIRREALE, Canelli (AT) – Monferrato


HESTETIKA ART Next Generation

Iscriviti
alla newsletter di Hestetika