E’ visitabile fino al 7 maggio 2025, la mostra Carlo De Carli Corollario, allestita presso il Politecnico di Milano, ripercorre il lavoro di uno dei protagonisti dell’architettura e del design italiano del secondo dopoguerra.
Un’esposizione che, attraverso materiali inediti e originali, restituisce la complessità del pensiero e della produzione di De Carli, figura chiave del modernismo italiano.

Arredi, disegni, modellini, dipinti e documenti d’archivio compongono un mosaico espressivo che mette in evidenza il ruolo poliedrico di De Carli: progettista, teorico, docente e direttore di riviste fondamentali per il dibattito culturale dell’epoca, come Il Mobile Italiano (1957-1960) e Interni (1967-1971). La mostra, curata da Lola Ottolini, Margherita De Carli, Claudio Camponogara, Gianni Ottolini e Roberto Rizzi, si articola in più sezioni, o “corollari”, ciascuno dedicato a un aspetto della ricerca dell’architetto: Il pensiero e le parole, Il regalo della pittura, Corrispondenze di sensi, Attualità dei mobili, Trame espositive, Ricerca in architettura, Il progetto del mobile, L’insegnamento e la scuola.
Un’idea di spazio tra uomo e ambiente
Vincitore del primo Compasso d’Oro della storia nel 1954, Carlo De Carli ha sempre lavorato su un concetto di spazio fluido e relazionale, dove architettura e design si fondono nell’osservazione dei gesti e delle necessità di chi abita gli spazi. Il suo pensiero si concretizza nella teoria dello Spazio Primario, secondo cui l’architettura e l’arredo non sono entità distinte, ma rispondono a un’unica esigenza espressiva e funzionale: creare luoghi che si plasmino attorno alla vita delle persone. Da qui, la sua sperimentazione sui materiali e sulle forme, che anticipa molte delle attuali riflessioni sulla sostenibilità e sul rapporto tra oggetto e ambiente.
Un dialogo tra cinema, musica e architettura
A impreziosire l’esposizione, in occasione della Milano Design Week, dal 10 aprile 2025 sarà presentato Ascensio, film dell’artista visivo Antonio Rovaldi con musiche del compositore Stefano Pilia. L’opera è dedicata alla chiesa milanese di Sant’Ildefonso, progettata da De Carli nel 1956, un’architettura a forma di stella in cui sacro e profano si incontrano in un dialogo tra luce e spazio. Il film sarà proiettato al Politecnico di Milano il 10 aprile alle 17.30, offrendo una riflessione sulla capacità della visione architettonica di tradursi in esperienza percettiva e spirituale.
Carlo De Carli Corollario non è solo un omaggio a un maestro del design, ma un’occasione per riscoprirne la modernità e il pensiero, in un momento in cui il rapporto tra uomo, oggetto e spazio appare sempre più centrale nella cultura progettuale contemporanea.
L’Artista
Carlo De Carli, milanese, classe 1910, ha progettato edifici pubblici e privati, interni e arredi, conducendo contemporaneamente una vasta attività di ricerca e didattica. Professione, riflessione teorica e insegnamento sono per De Carli un unico grande ambito per confermare il valore del progetto di architettura. Da giovane architetto, è entrato nello studio di Gio Ponti, con cui ha collaborato per anni in ambito professionale e accademico, succedendogli nel 1962 come docente di Architettura degli Interni al Politecnico di Milano. Ha realizzato numerosi elementi d’arredo, collaborando con le principali industrie italiane del mobile, come Cassina e Tecno, e ha promosso numerose iniziative tese a incrementare e qualificare la collaborazione tra produttori e designer. In anni recenti, diverse aziende italiane e straniere hanno intrapreso processi di riedizione di alcuni suoi mobili con estrema attenzione alle intenzioni originarie del progettista e con altrettanta attenzione alla valorizzazione dell’attualità del suo design. Nel 1954, con la sedia 683 prodotta da Cassina, ha vinto il primo Compasso d’Oro e il premio Good Design del MoMA; nel 1957, con la poltrona Balestra prodotta da Tecno, il Gran Premio dell’XI Triennale. Sempre nel 1957, ha fondato il giornale Il Mobile Italiano con cui ha sostenuto il rilancio dei tradizionali centri produttivi del mobile. Dal 1966 al 1971 ha diretto la Rivista dell’arredamento, a cui ha cambiato il nome in Interni, orientandone così il nuovo corso. Docente ordinario di Architettura degli interni, Arredamento e Decorazione, dal 1965 al 1968 è stato preside della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove ha insegnato fino al 1986. Fortemente legato al mondo dell’arte, ha collaborato con artisti come Lucio Fontana, Aligi Sassu, Agenore Fabbri, Umberto Milani, in quell’intreccio tra arte e architettura che ha contraddistinto l’opera dei maestri del secondo dopoguerra. Legame testimoniato in modo approfondito dalla mostra Carlo De Carli Corollario.
Info
Carlo De Carli Corollario
Fino al 7 maggio 2025
Lunedì – venerdì, ore 10.00 – 19.00. Ingresso libero
Politecnico di Milano, via Ampère 2, Spazio mostre Guido Nardi, Edificio 11, piano terra