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Il Canova mai visto: opere inedite e riscoperte in mostra a Padova

Nonostante l’ampia bibliografia e le innumerevoli esposizioni dedicate ad Antonio Canova, esistono ancora opere e documenti che pochi studiosi hanno avuto il privilegio di esaminare.

Tra questi, il Vaso cinerario di Louise Diede zum Fürstenstein, ritenuto perduto, riappare oggi nel contesto di una ricerca sui beni culturali ecclesiastici. Realizzato tra il 1803 e il 1807 e inizialmente collocato nel giardino della chiesa degli Eremitani a Padova, l’opera fu creduta distrutta durante i bombardamenti del 1944.

Oggi, dopo il suo ritrovamento, diventa il fulcro della mostra Il Canova mai visto, curata da Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, ospitata al Museo diocesano di Padova dall’8 marzo all’8 giugno 2025.

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Il percorso espositivo: tra scultura e memoria

La mostra si propone di far luce su un episodio poco noto della produzione canoviana, ricollegandolo al contesto storico e culturale dell’epoca. Il percorso espositivo si sviluppa attorno al Vaso cinerario e agli elementi che componevano il monumento funebre progettato dall’architetto Giannantonio Selva e dallo scultore Domenico Fadiga. Il pubblico potrà ammirare non solo il vaso, ma anche i gessi canoviani provenienti dalla Gipsoteca di Possagno, che documentano la raffinata ricerca dell’artista sulla rappresentazione funebre.

Canova e Padova: un legame riscoperto

La relazione tra Canova e Padova emerge con forza attraverso questa esposizione, che mette in luce il legame dello scultore con la città veneta. Accanto al Vaso cinerario, la mostra presenta un focus sulla Stele funeraria del principe Guglielmo d’Orange Nassau, un’altra opera canoviana un tempo custodita nella chiesa degli Eremitani e poi trasferita nei Paesi Bassi. Il progetto espositivo include inoltre vedute storiche della città e ritratti di figure chiave come il principe Abbondio Rezzonico, la nobildonna tedesca Louise von Callenberg e il fratello dello scultore, mons. Giovanni Battista Sartori Canova.

Tra arte, intellettuali e collezioni private

L’esposizione non si limita alle opere scultoree, ma si apre a un racconto più ampio, intrecciando arte e storia. Un punto d’interesse sarà il ritratto di Canova eseguito dalla pittrice Angelica Kaufmann, raramente visibile al pubblico, che sarà esposto al Palazzo vescovile. Inoltre, una sezione dedicata ai documenti storici presenterà lettere, incisioni e volumi dell’epoca, a testimonianza della fortuna critica delle opere esposte e del loro impatto sul panorama culturale europeo.

La passione numismatica di Sartori Canova

Un’ulteriore sorpresa per i visitatori sarà la sezione dedicata alla collezione numismatica di Giovanni Battista Sartori Canova, fratello dello scultore e suo principale erede. Con oltre 3.600 monete dell’antica Roma, il lascito rappresenta una testimonianza preziosa della passione antiquaria del presule e del suo legame con il Seminario vescovile di Padova, istituzione alla quale destinò la raccolta. Per la prima volta, una selezione di questi reperti sarà esposta al pubblico, accompagnata dai documenti che ne raccontano la storia.

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Info

IL CANOVA MAI VISTO
Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani
Padova, Museo diocesano
Fino al l’8 giugno 2025

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