Intervista – MADLENA ZEPTER. La Grande Dame dei Balcani

Madlena Zepter è considerata da molti la Peggy Guggenheim dei Balcani, potente e raffinata mecenate dell’arte e della cultura.

Nata a Belgrado, è una grande sostenitrice della cultura serba e delle arti e svolge un ruolo fondamentale nel supportare artisti locali e internazionali. La sua passione per l’arte e il suo impegno per l’educazione culturale la rendono una figura di alto profilo, non solo in Serbia, ma anche nel panorama mondiale.

Il suo impegno nella promozione e nella preservazione delle tradizioni artistiche e culturali, il suo legame con il gruppo Zepter, che è una compagnia internazionale che opera in vari settori, tra cui l’arte, la tecnologia e il benessere, le hanno permesso di ottenere i più prestigiosi riconoscimenti in ambito artistico e culturale.

Chevalier de l’ordre des arts et des lettres, fondatrice di numerosi premi, festival culturali, teatri e musei. La sua influenza va oltre la semplice sponsorizzazione di eventi o la collezione di opere d’arte; Madame Zepter ha lavorato per creare un ponte tra il patrimonio artistico tradizionale e le espressioni artistiche contemporanee. La sua attività filantropica ha un impatto costante.

Attraverso la Zepter Foundation, ha finanziato borse di studio, supportato istituzioni artistiche e offerto opportunità per giovani artisti e professionisti della cultura sottolineandone l’importanza come strumento di unità e di pace, in particolare nei Balcani, una regione con una storia complessa di conflitti. La sua collezione, che include opere di artisti contemporanei, ma anche pezzi tradizionali dei Balcani, rappresenta un tentativo di raccogliere e preservare la storia visiva della regione, portandola in contesti internazionali. Le sue opere coprono vari media: pittura, scultura, fotografia, e persino installazioni moderne. L’idea è quella di conservare e promuovere non solo l’arte serba, ma anche quella dei paesi vicini, in modo da dare una visibilità più ampia a talenti che potrebbero altrimenti rimanere nel buio.

I suoi spazi espositivi si possono paragonare a un vero e proprio vivaio dell’arte per i giovani talenti, creando un ambiente fertile per la sperimentazione artistica.

L’abbiamo incontrata nel suo incantevole Palazzo dell’Arte a Belgrado, in occasione della settimana annuale, da lei voluta, dedicata alle arti visive, il design, la musica e la letteratura.

Madlena-Zepter

 Quando e come è nata la sua passione per l’arte?

La mia passione per l’arte e l’amore per la letteratura, che pervadono la mia vita fin dall’infanzia e dalla giovinezza, quando ho deciso di studiare lingue e letteratura, affondano le loro radici nella mia famiglia dove l’arte era apprezzata e dove l’amore reciproco e lo spirito umanitario erano virtù fondamentali.

Oltre a essere una collezionista di arti visive, lei è una sostenitrice e mecenate delle discipline espressive: quale forma d’arte preferisce e perché?

Un quadro è uno specchio di noi stessi, ma anche del nostro mondo, è come un’immagine di un tempo in cui esiste lo spirito creativo. Essa apre le porte alla coscienza per entrare in un nuovo spazio e riempirlo di significato. Le parole sono i nostri migliori strumenti per promuovere la realtà, ma i dipinti o le sculture ne sono l’espressione immediata. Le immagini sono il linguaggio archetipico della nostra coscienza, pensiamo per immagini e creiamo nuovi mondi nella nostra mente. Crediamo nelle immagini. Come la musica, rappresentano il collegamento più sicuro tra il mondo delle idee e il mondo dell’arte. Credo in tutte le forme d’arte.

Il mecenatismo nei secoli scorsi era quasi esclusivo appannaggio di Re, Regine e Papi che intendevano con questo, lasciare un’impronta, comunicare la “grandeur” del loro regno, del loro potere, attraverso le opere d’arte commissionate agli artisti. Lei cosa desidera lasciare ai posteri?

Sono diventata collezionista quasi per caso, intuitivamente, con l’obiettivo di rubare frammenti di emozioni dei luoghi che ho incontrato viaggiando, e di portarli con me. Essere collezionisti significa studiare gli stili, conoscere i profili degli artisti, apprezzarne la tecnica. È una passione che non si perde nel tempo, ma cresce progressivamente all’aumentare del numero degli oggetti desiderati.

Questa passione non si esaurisce nemmeno con la morte del collezionista, perché come testimonia la loro stessa esistenza, molte fondazioni d’arte e collezioni museali non sono altro che estensioni di collezioni private, create per eredità o donazioni di eredi, basti pensare alla Fondazione Solomon R. Guggenheim o all’immenso patrimonio artistico custodito nel museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, che proviene dalla collezione della famiglia dell’omonimo barone.

Anch’io voglio lasciare in eredità delle opere d’arte per il piacere di mia figlia, ma anche delle persone che mi seguono. Le mie fondazioni contribuiranno ad accrescere il valore della storia e daranno la possibilità a giovani talenti e artisti emergenti di distinguersi, e a quelli affermati di continuare ad esprimersi: alle aste di Madl’Art, sulle pareti del Museo Zepter, sul palcoscenico del Teatro e Opera Madlenianium, e negli spazi del Palazzo dell’Arte Madlena.

 Qual è il ruolo dell’arte per lei nella società contemporanea?

Indipendentemente da tutte le circostanze, è importante per ogni uomo che non perda il suo potenziale umano, cioè che conservi e coltivi l’idea dell’infinito. L’arte, a mio parere, ha il compito di corrispondere a quel potenziale. Può farlo perché il suo linguaggio è universale. Attraverso l’analisi di noi stessi, raggiungiamo valori comuni e luoghi riconoscibili a tutti, i valori e i luoghi di cui parla l’arte con il suo linguaggio universale. L’arte rappresenta una coscienza superiore, parla un linguaggio universale che trascende le differenze temporali, tecnologiche, ideologiche e finanziarie, che unisce gli opposti. Essa guarisce tanto attraverso la creazione quanto attraverso la comprensione, perché libera l’uomo. Pertanto, vedo l’arte come un essenziale per l’essere umano e un bisogno più forte di qualsiasi influenza o modello politico.

Preferisco parlare di arte, e non di cultura, perché secondo me la cultura ha una dimensione più politica mentre l’arte ha una dimensione umana. L’arte è sempre bellezza, che, certo, può avere forme diverse, ma sempre, se è reale, ha origine dalla verità. Essa è reale e ha una connessione diretta con l’idea stessa di umanità, perché nega l’egoismo e fa scomparire le barriere tra le persone.

Sono infatti consapevole della mia identità di europea e cittadina del mondo, per questo investo nell’arte, nell’arte serba ed europea. Investo in ciò in cui credo.

 Il claim dell’azienda che porta il suo nome recita, Live better, live longer. L’arte aiuta a vivere meglio e più a lungo? E, se sì perché?

L’arte, in senso lato, comprende ogni attività umana – sia essa individuale o collettiva– che, grazie al talento dell’artista, all’esperienza e alla creatività, ha anche un valore estetico. L’arte, con la sua bellezza e il suo valore estetico, trasmette emozioni, passione per la vita e dona forza espressiva alla sensibilità umana.

Il modo stesso di relazionarsi con il proprio essere e con il proprio corpo assorbe sicuramente quei valori di emozioni e relatività per una migliore sensazione di vivere. Completare la vita quotidiana con qualità e valore. Questa è anche la missione della nostra azienda Zepter International. Salute, bellezza e benessere delle persone, prodotti che non mettono in pericolo l’ambiente, servizi che rispettano gli utenti e una profonda consapevolezza ambientale. Il marchio Zepter è l’incarnazione, da un lato, della massima qualità e, dall’altro, della vera passione per uno stile di vita sano ed esclusivo.

Tutto ciò è iniziato da una grande e ambiziosa idea imprenditoriale: dall’amore per l’umanità e dalla passione per il successo.

Come sta affrontando il suo team il tema della didattica?

Il programma del Palazzo dell’Arte Madlena è concepito come contrappeso e opposto a tutto ciò che è volgare, superficiale, insapore, commerciale, falso e senza valore, che contamina lo spazio spirituale e culturale pubblico nel mondo di oggi. In linea di principio, con un approccio rigoroso, un atteggiamento perspicace nei confronti di tutto ciò che viene offerto, i creatori del programma non si adopereranno per la quantità e l’occupazione a tutti i costi degli spazi, ma offriranno il maggior numero possibile di contenuti in un determinato lasso di tempo, a patto che questi contenuti siano veramente degni degli obiettivi del Palazzo dell’Arte Madlena di cui difenderemo la reputazione in modo coerente e senza compromessi.

Che messaggio vuole portare agli artisti attraverso il suo museo, la sua collezione?

Il palazzo non è solo un museo, un monumento, una casa dove regna un silenzio freddo e dignitoso, ma tutto questo, e molto altro: pulsa già di vita, idee, ambizioni, traffico di creatori e delle loro gesta. È quindi al centro dell’interesse del pubblico culturale.

Il Museo del Mobile di Stile, all’interno del palazzo è una ricca collezione di mobili d’epoca sontuosi creati nei periodi storici a cui si rifanno esteticamente. Si tratta di un salone in stile Impero (Francia), degli ambienti eleganti dell’Austria, del Portogallo, dell’Estremo Oriente, di Venezia…

La mia passione per il collezionismo, l’acquisto di oggetti rari e costosi alle aste delle famose case Sotheby’s a Londra e Christie’s a New York, hanno reso possibile oggi l’allestimento di un’esclusiva mostra di mobili, ovvero l’esposizione di oggetti d’antiquariato e rarità, tutta una serie di manufatti interessanti ed esotici. Tutto questo è la somma degli sforzi della mia vita, un lascito per il futuro con il quale mio marito ed io coroniamo una serie di successi.

 Come influisce l’ideologia contemporanea nel suo ruolo di mecenate dell’arte?

L’unica ideologia cui mi sono concessa di aderire è quella dell’estetica. La bellezza degli ambienti eleva lo spirito, lo sollecita a crescere. Senza questo la libertà dell’uomo non può essere completa.”

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