NABA, Nuova Accademia di Belle Arti ha annunciato i progetti vincitori della quinta edizione del NABA Design Award.
Il concorso, nato da un’idea di Claudio Larcher, NABA Design Area Leader, che premia i migliori progetti realizzati durante l’Anno Accademico appena trascorso, è un’occasione per celebrare i lavori degli studenti del Triennio in Design e dei Bienni Specialistici in Product and Service Design, Interior Design e Social Design.
Durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta giovedì 22 presso AriAnteo Chiostro dell’Incoronata a Milano e in diretta streaming sul canale YouTube di NABA, oltre al Miglior Progetto dell’anno e al Premio della Giuria, sono state premiate molte altre categorie in concorso: dal miglior Progetto Interior Triennio alla miglior Tesi Product and Service Bienni. I vincitori di ognuna delle categorie sono stati selezionati da una giuria composta da professionisti del settore, tra cui Luciana Maiorano (Head – Archiproducts Milano), Laura Traldi (giornalista e docente NABA) e Lorenzo Damiani (Founder e Designer – Lorenzo Damiani Design Studio).
I PREMI
Il Miglior Progetto dell’anno è “Niente da vedere” di Chethra Iotti, Matilde Martegani e Andrea Motta. Il progetto nasce dall’esigenza di evidenziare un controsenso presente a Milano, nel quartiere Giambellino: case vuote e urgenza abitativa. L’intervento consiste nel mettere in risalto le finestre murate/laminate: varie installazioni posizionate in punti chiave, infatti, le rendono visibili. Il progetto ha l’ambizione di segnalare e dare speranza, intrigando e stimolando alla piena consapevolezza del valore politico e sociale della situazione.
Il Premio della Giuria, volto a valorizzare l’approccio progettuale della ricerca, va a “UP” di Lucrezia Bellandi, Niccolò Binotto e Giuseppe Caputo. Il progetto, parte dallo studio del palloncino come strumento che offre numerose possibilità di utilizzo per merito delle sue qualità elastiche, plastiche e di sostenibilità. UP è un kit che, grazie a una semplice tecnica, permette di comporre un apparecchio luminoso le cui forme sono in parte casuali, poiché date dal gonfiaggio di un palloncino e da un incastro che lo lega alla fonte di luce: una lampada colorata e sempre diversa.
I vincitori di tutte le altre categorie, che hanno saputo proporre progetti che si sono distinti per qualità esecutiva e competenze dimostrate nell’interpretazione del tema scelto, sono:
Progetto Interior Triennio. “Artists Escape” di Jude Badih e Nino Digiuseppe che hanno progettato una residenza artistica temporanea, un rifugio immerso nella natura lettone, per due nuclei familiari, di cui qualcuno sia pittore, concepito con l’obbiettivo di offrire ai due nuclei familiari degli spazi ispirazionali per lavorare, altri intimi di privacy e, infine, quelli per condividere e relazionarsi.
Progetto Product Triennio. “Co-Essere” di Dana Berro, Cagla Enginer e Maria Vittoria Zini. Una lampada come simbolo fisico di riflessione, connessione e sensualità, progettata per essere facilmente installata in qualsiasi spazio e regolata a qualsiasi altezza del soffitto.
Progetto Interior Biennio. “Reversed theatre” di Olga Garanina ed Elise Walseth Krogenes. Ispirandosi alla storia delle piazze come teatro e cinema, il progetto crea un nuovo modo di vivere le arti dello spettacolo, proponendo un ambiente esterno trattato come un ambiente interno e trasformato in uno spazio. Un teatro al contrario, un progetto capace di trasformare Piazza Liberty a Milano in qualcosa di completamente diverso.
Progetto Product and Service Biennio. “Jam” di Melda Çevikel, Thanat Juengprasert, Sofia Monchieri e Junrao Wang. Un divano modulare costituito da componenti assemblabili progettato immaginando diversi scenari: una coppia che vuole un arredamento che cresca con loro, dei professionisti bisognosi di trasformare la propria casa in ufficio, e viceversa, e degli studenti che vivono in piccoli spazi e cercano soluzioni flessibili.
Progetto Social Biennio. “Sistema Meteoropatico” di Martina Petiti e Marta Prati. Partendo da una critica al consumismo energetico, il progetto open source che utilizza fonti rinnovabili per autosostentarsi vuole essere un tentativo di riallineamento del rapporto simbiotico uomo-natura. Un modello di condominio inscritto in una libreria, una visione futura in cui le persone si scambiano energie rinnovabili in base alle proprie esigenze e possibilità.
Foto. “MDW: Milano Design Week 2022 Report” di Michelangelo Carraretto, Sofia D’Andrea, Paolo De Castiglioni, Gjergji Gjoka, Alessandro Luciani, Brinda Sharma e Oliwia Syroczynska. MDW 2022 è un magazine online che raccoglie tutti gli articoli realizzati dagli studenti dell’Area di Design durante il corso di Storia del Design II dell’A.A. 2021/22. Un progetto coordinato da Massimo Martignoni.
Disegno. “Ritratto da un algoritmo” di Gianni Iraci. “Fammi un tuo ritratto”. L’affermazione è stata eseguita dall’intelligenza artificiale e l’elaborato visualizzato seguendo l’ottica e il pensiero umano, ma attraverso uno sguardo informatico, del software Gephi. Si tratta non solo di intelligenza intesa come capacità di calcolo o di conoscenza di dati astratti, ma di un organismo in grado di comprendere e decidere le azioni da compiere in una visione in cui macchine e uomini convivono.
Tecnica, Materiali e Innovazione. “Marsiglia wood” di Fenia Capobianco, Francesco Pio Carpentiere e Debora Di Pinto. Il progetto è il risultato di una ricerca di materiali sostenibili e lavorabili per sottrazione nei laboratori, e nasce nel mescolare il sapone di Marsiglia e la polvere di legno derivata dagli scarti di lavorazione. A seconda del rapporto tra i due materiali, presenta, quindi, caratteristiche diverse. Il composto è malleabile e resistente, permettendo di creare prototipi e campioni abbastanza definiti. A fine vita il materiale potrà essere rifuso e rilavorato per un numero elevatissimo di volte.
Tesi Interior Triennio. “SEAM Sea Memory Museum” di Giulia Colombo. SEAM è un museo-memoriale aperto, diffuso, che fa riflettere sulla ferita aperta di cui il Mediterraneo è testimone: le morti legate al fenomeno migratorio. Ipotizzato in una struttura nata da un progetto di Matt+Fiona, la rituale flessibilità degli interni si fa capace di accogliere le testimonianze della tragedia contemporanea.
Tesi Product Triennio. “LAUR” di Martina Locatelli. LAUR si pone come obiettivo quello di conservare il taglio fresco di carne, isolandolo da possibili liquidi di condensa, indicando inoltre all’utente lo stato di freschezza del prodotto. LAUR, grazie ad un tag del pH è in grado di rilevare le eventuali impurità gassose, che ne alterano il colore iniziale, comunicando la non edibilità della carne conservata.
Tesi Interior Biennio. “Una nuova vita per l’ex Colonia Marina di Cagliari” di Laura Usai. Il progetto vuole donare una nuova vita all’edificio cagliaritano e riportarlo alle origini del suo utilizzo come Colonia Marina. Partendo da un’indagine storica, architettonica, paesaggistica oltre che pedagogica, la struttura dell’edificio è reinterpretata in modo da ri-accogliere la sua funzione.
Tesi Product and Service Biennio. “Peso, la conseguenza” di Michela Panizza. Il progetto cerca di rendere le persone consapevoli del “peso” che stiamo lasciando al nostro pianeta a causa della pandemia. 1.550 MILIARDI è, infatti, il numero di mascherine monouso che abbiamo utilizzato solo in un anno. Esse sono realizzate per il 95% in PP, una plastica termoplastica riciclabile. Visto che il mondo comincia a pesare troppo, a causa di tutte le nostre azioni quotidiane sbagliate, Peso vuole sensibilizzare al riciclo.
IL PREMIO
Progettato da Claudio Larcher, il trofeo consegnato ai vincitori nasce all’interno dei laboratori dell’Area Design con la supervisione di Carmelo Zocco, NABA Design Laboratory Manager. L’oggetto è stato realizzato in legno massello e fogli in PLA riciclati dagli scarti di stampa 3D, in linea con l’impegno di NABA verso la sostenibilità e i principi del design circolare. Durante la cerimonia sono intervenuti: Claudio Larcher, Germana De Michelis, Course Leader del Triennio in Design, e Luca Poncellini, Progettazione e Arti Applicate Department Head. Main partner della quinta edizione del NABA Design Award è HONOR, che ha omaggiato i vincitori con una selezione di premi.
Anche quest’anno i progetti finalisti, nati dalla creatività e dall’esperienza formativa dei migliori studenti dell’Accademia, sono stati raccolti in un catalogo curato da Claudio Larcher con progetto grafico di Atto, che colleziona riflessioni libere e aperte sui molteplici aspetti del design contemporaneo e prospettive di futuri scenari.