La mostra “Figure” si pone l’obiettivo di far dialogare due espressioni d’arte: le opere della giovane e promettente artista Elena Surovet e le “poesie materiche” di Simona Tonni.
Un dialogo che si costruisce attraverso la diversità del mezzo espressivo che trovano però un punto d’incontro nella poetica e nel significato dei soggetti raccontati.
LE ARTISTE
Surovet Elena nasce il 24 aprile 1999 a Hincesti, Moldavia. Si trasferisce in Italia nel 2005 e vive a Vestone. Consegue la maturità artistica al liceo Tartaglia-Olivieri (BS) e successivamente si trasferisce a Milano dove si diploma all’accademia di belle Arti di Brera nell’estate 2021.
Tonni Simona nasce a Brescia il 10 maggio 1969. Si diploma all’istituto D’arte di Gargnano, prosegue gli studi laureandosi in Architettura al Politecnico di Milano. Consegue la specializzazione per l’insegnamento alla Statale di Milano. Lavora come architetto, per poi proseguire nella professione di docente. Negli ultimi anni, segue diversi corsi di noti artisti italiani dediti alla lavorazione della ceramica/porcellana.
LE OPERE
Nei lavori dell’artista Elena Surovet troviamo la sua spiccata sensibilità poetica di osservare l’umano (le sue figure) da punti di vista non consueti. Si lascia ispirare dalle figure umane, dai corpi, dai volti da ciò che questi possono esprime in diverse posizioni, sottraendo lo sfondo e lo spazio che è parte del contesto. Restano quindi figure sospese in uno spazio ideale e assente. Il centro dell’attenzione è tutto per il soggetto. Prende ispirazione da uno stato emotivo: quello più ricorrente è quello dell’apatia e di un senso di abbandono, che sfuma nella noia, e lascia trasparire la condizione dell’uomo contemporaneo. I corpi stanchi, si abbandonano in un “vuoto metafisico”. L’uso certosino della tecnica grafica con la semplice grafite, le permette di lavorare con estrema precisione. Si avvicina all’iperrealismo per la tecnica, si discosta però per la poetica, cercando di trasmettere attraverso le sue opere uno stato d’animo, una condizione di esistenza.
Le “poesie materiche” di Simona Tonni sono piccole “creature”, un viaggio nell’anima: sono cose vive. Nascono dall’unione di più azioni, lo scrivere, che si accompagna al gesto di foggiare piccoli oggetti in porcellana. La ripetizione e minuzia del gesto diventa forma espressiva, che si accompagna alla ricerca del suono della giusta parola, creando cuciture d’incontro. Le parole sanno cucire, curare, custodire. Scrivere diventa la “cura”, zattere a custodire ricordi, immagini, tempi vissuti e amati, desideri sottesi. Nella scrittura, l’indicibile diventa esprimibile. Ecco, quindi, la ricerca dello sguardo al femminile, la curiosità verso la scrittura di grandi autrici/poetesse, perché la curiosità è la spinta propulsiva per guardare il mondo con gli occhi intrisi di altri sguardi. Le poesie materiche guardano al crescente isolamento sensoriale del mondo e al silenzio, ciò che spaventa l’uomo contemporaneo. La poesia ha la forza di ridare consistenza ad un corpo immateriale. Poetare la parola è cura, curando l’erotika delle parole, intesa come bellezza e rimando ad un singolo universale.
La poesia è svuotare il proprio vissuto, farsi voce di partecipata umanità.
INFO
“FIGURE”
di Elena Surovet e Simona Tonni
Fino all’8 aprile 2022
Associazione Via Glisenti 43
Via Fabio Glisenti 43, Vestone (BS)