Il Bacio di Hayez è uno dei dipinti che meglio rivelano l’anima e la storia della città di Milano. Eseguito nel 1859, racchiude un messaggio di ribellione verso l’occupazione straniera in Italia.
Glauco Cavaciuti Arte e Cinello lo presentano al pubblico nella sua esclusiva versione digitale (in edizione 5/9), con il benestare dell’istituto che detiene l’originale, la Pinacoteca di Brera.
IL BACIO
Due giovani in abiti del Quattrocento sono in piedi abbracciati mentre si baciano.
Il giovane è interamente coperto da un ampio mantello mentre la giovane indossa un semplice abito azzurro. Il ragazzo porta un cappello, che copre il suo viso; invece, la protagonista sfoggia lunghi capelli sciolti. Sebbene il ragazzo sia nascosto dal mantello si intravede un’arma al suo fianco sinistro.
La scena si svolge all’interno di uno scenario medioevale, le mura sono costruite da grandi blocchi di pietra, sullo stipite si intravedono decorazioni scolpite. Infine, a sinistra nel buio, si proietta sul muro quella che pare essere l’ombra di una sagoma umana.
Il dipinto rappresenta una scena apparentemente intima tra due innamorati, ambientata in un passato cavalleresco tra le mura di un castello. Il Romanticismo, in Italia, si declinò nell’amore nazionalista e nell’odio verso lo straniero, che nelle zone dell’attuale Lombardia, era rappresentato dalla dominazione austriaca. Il messaggio politico che nasconde il dipinto è racchiuso in questi particolari appena percepibili. Si tratta, forse, di un giovane patriota che saluta la ragazza amata prima di andare a combattere. Nell’ombra che si intravede sulla sinistra, alcuni storici hanno visto la presenza di una spia austriaca che sorveglia i due giovani.
L’opera divenne subito un’icona del Romanticismo italiano e Francesco Hayez ne dipinse altre 3 copie. Fu il conte Alfonso Maria Visconti a commissionare il dipinto all’artista per creare un simbolo di patriottismo. Infatti, Hayez frequentava i circoli indipendentisti dell’epoca ed era molto apprezzato da Giuseppe Mazzini.
Nel 1886 il proprietario lo donò alla Pinacoteca di Brera. In seguito, l’opera assunse il semplice titolo de Il Bacio e divenne una icona sentimentale nella cultura mediatica.
COSA È UN DAW® (Digital Art Work)
“È una riproduzione, una copia oppure un nuovo originale? Non vedo le cose in contrasto. Piuttosto vedo l’iniziativa di Cinello in uno spettro in cui sono situate le opere che ci portano verso un approfondimento del nostro rapporto con la cultura”.
JAMES BRADBURNE — DIRETTORE GENERALE DI PINACOTECA DI BRERA
Cinello si occupa della digitalizzazione consapevole del patrimonio artistico italiano. Il brevetto dell’azienda depositato in tutto il mondo consente di smaterializzare (e rendere dunque eterni) i masterpieces delle nostre collezioni più pregiate in concerto con il museo detentore dell’originale, tutelando l’opera come mai fatto prima.
Con i DAW® (Digital Art Work) è possibile allestire mostre in tutto il mondo a impatto zero, e creare inoltre un nuovo ecosistema di collezionismo che possa produrre profitto per i musei detentori degli originali. Il DAW® viene gestito da una piattaforma che utilizza una tecnologia ultramoderna, con elevati standard di protezione (dalla falsificazione o dal furto). Rispettando tutti gli obblighi e i requisiti delle opere d’arte, l’unicità in primis, grazie ai più moderni sistemi di crittografia, viene prodotto in serie limitata, certificato, in scala 1:1 esattamente come l’originale, protetto con un sistema di crittografia digitale. Ogni DAW® è creato con il consenso del museo proprietario che ospita l‘opera d’arte ed è accompagnato da un certificato di autenticità firmato da Cinello e dal Museo stesso. Tutti i ricavi provenienti dai DAW® e dalle esposizioni sono equamente condivisi con i musei partner per garantire un nuovo flusso di entrate, senza introdurre alcun vincolo alla proprietà o ai diritti attuali.
INFO
GLAUCO CAVACIUTI ARTE Via Vincenzo Monti, 27 20123 Milano |