Il Museo d’Israele inaugura Alma Mater, una installazione icono-sonora dell’artista e musicista Yuval Avital.
L’opera, curata da Talia Amar, rappresenta un adattamento site-specific progettato per celebrare il 60° anniversario del Museo e anticipare la grande mostra del 2025 dedicata al suono nell’arte.
Avital, nato a Gerusalemme nel 1977 e oggi residente a Milano, è una figura poliedrica della scena artistica contemporanea. Il suo linguaggio, che abbraccia installazioni immersive, pittura e composizione sonora, lo ha portato a esporre nei principali musei e istituzioni artistiche del mondo.
L’archetipo della Grande Madre
Ispirata al simbolo universale della maternità, Alma Mater si presenta come una “foresta sonora” in cui le voci e i suoni delle nonne di diverse culture — dalle comunità etniche israeliane alla diaspora ebraica, fino alle stesse nonne dell’artista — si intrecciano con elementi naturali come vulcani, onde oceaniche e vibrazioni sismiche. Canti, sussurri, preghiere e ninnenanne, elaborati digitalmente, costruiscono un paesaggio sonoro stratificato, evocando radici comuni e identità condivise.
Al centro dell’installazione c’è la figurina femminile di Berekhat Ram, il manufatto preistorico più antico mai scoperto, risalente a 233.000 anni fa. Questo reperto, simbolo di continuità e connessione temporale, dialoga con l’innovativo linguaggio di Avital, creando un ponte tra l’antichità e la contemporaneità.
Un’opera multidimensionale
L’installazione al Museo d’Israele include cluster sospesi di altoparlanti avanzati, vasi in cemento e sfere in argilla realizzate da Architettura Sonora, oltre a dischi luminosi dorati ideati dal light designer italiano Enzo Catellani. Il tutto si combina con proiezioni video che coinvolgono étoile del calibro di Oriella Dorella e Liliana Cosi, offrendo una visione poetica e intima della saggezza femminile.
Questa nuova versione di Alma Mater integra inoltre preziose registrazioni provenienti dal National Sound Archive della Biblioteca Nazionale d’Israele, come canti beduini, nuziali e della diaspora ebraica, sottolineando l’intento universale dell’opera: creare ponti culturali e favorire la riflessione collettiva.
Un messaggio di guarigione universale
L’installazione invita i visitatori a vivere un momento di meditazione e contemplazione, trasformando lo spazio del Museo in un ambiente di introspezione e condivisione. Con Alma Mater, Avital celebra l’energia collettiva del femminile e il potere trasformatore dell’arte, offrendo un messaggio universale di unità, cura e umanità condivisa.
Un’opera che, nel contesto attuale, risuona come un invito a riscoprire le radici comuni e a immaginare un futuro più empatico e connesso.
EXHIBITION VIEW
L’ARTISTA
Nato a Gerusalemme nel 1977 e residente a Milano, Yuval Avital è un artista multidisciplinare che esplora temi universali come archetipi, ibridità e ritualità attraverso pittura, scultura, installazioni sonore, video arte, performance e composizioni musicali. Le sue opere, spesso immersive e site-specific, sfidano i confini tra le arti tradizionali e contemporanee.
Avital ha esposto in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la Biennale MANIFESTA, il Palais de Tokyo, il MACRO di Roma e il One World Trade Center. Le sue installazioni, come Alma Mater (2015), una delle più grandi opere sonore in Italia, e Human Signs (2020), un progetto partecipativo globale nato durante la pandemia, fondono tecnologia avanzata, materiali d’archivio e collaborazioni con artisti e comunità di tutto il mondo.
Nel 2022 è stato nominato “artista dell’anno” dal Reggio-Parma Festival con il progetto Il Bestiario della Terra. Fra le sue creazioni più monumentali si annovera Open Fence, una scultura sonora interattiva lunga 64 metri.
INFO
YUVAL AVITAL: ALMA MATER
MUSEO D’ISRAELE, GERUSALEMME
fino a giugno 2025