La Galleria Allegra Ravizza di Lugano inaugura il 25 febbraio 2025 “Album di Famiglia”, prima mostra personale di Valentina De’ Mathà nella sede ticinese della galleria.
L’esposizione, visitabile fino al 30 maggio, presenta una ventina di opere, alcune realizzate appositamente per l’occasione, che si sviluppano intorno a un’indagine profonda sulla memoria, il ricordo emozionale e l’inconscio collettivo.
Un viaggio attraverso la memoria
L’arte di Valentina De’ Mathà si configura come un’esplorazione intima e simbolica della condizione umana, soffermandosi sul concetto di memoria individuale e collettiva. Le opere in mostra appartengono a due cicli distinti: Entanglement, arazzi di carta fotosensibile intrecciata e cucita a mano, e la serie Album di Famiglia, realizzata su poliesteri emulsionati e dipinti in camera oscura attraverso un processo chimico sperimentale.
Attraverso queste opere, De’ Mathà omaggia la fotografia e la tessitura come pratiche quotidiane del ricordare e del tramandare. Il risultato è un corpus di lavori che non si limita a rappresentare il passato, ma si fa esso stesso esperienza sensoriale della memoria, evocando la sua mutevolezza e la sua capacità di riaffiorare attraverso dettagli sfumati e inattesi.
Ho voluto parlare dello stato emozionale che si prova riguardando le immagini del passato raccolte negli album di famiglia. È il ricordo che emerge dall’inconscio. Queste opere parlano di una memoria più emozionale che visiva: ho immaginato che fossero come dei rullini, dei negativi fotografici evanescenti e sbiaditi come spesso sono i contorni di certi ricordi mentre restano ben delineati alcuni dettagli che riemergono dall’inconscio”.
La luce come metafora della memoria
Elemento centrale della ricerca dell’artista è la luce, che attraversa le sue opere con un ruolo simile a quello che aveva negli studi impressionisti: non è solo un mezzo per illuminare, ma un soggetto vivo, capace di trasformare e ridefinire la percezione dell’opera stessa.
Se Monet cercava di fermare un attimo dipingendo l’incidenza della luce in diverse ore del giorno sullo stesso soggetto, le mie opere hanno la stessa funzione, ossia la ricerca di luce, ma nel mio caso nulla viene bloccato, è l’opera stessa a cambiare e reagire in base alla luce che la illumina, all’ambiente circostante, al fruitore che si riflette e si somma ad essa creando sempre una forma altra”.
Questo dialogo tra luce, materia e osservatore rende le opere in continua evoluzione, proprio come i ricordi, che mutano e si ricompongono nel tempo. Le superfici lucide e traslucide dei poliesteri emulsionati evocano la fluidità dei ricordi, mentre gli intrecci della carta nei Entanglement sottolineano l’intricato legame tra passato e presente.
L’inconscio collettivo e la dimensione onirica
Il pensiero di Carl Gustav Jung è un riferimento fondamentale nella poetica di De’ Mathà. L’artista abbandona la narrazione figurativa per immergersi in una dimensione simbolica e archetipica, esplorando le memorie inconsce che emergono come frammenti di un sapere ancestrale. Le sue opere si muovono tra il personale e l’universale, evocando reminiscenze che, pur scaturendo da un vissuto intimo, trovano risonanza nell’esperienza collettiva.
Jung parlava di un inconscio collettivo fatto di immagini primordiali che affiorano nel sogno, nel mito e nell’arte. De’ Mathà traduce questa idea in un processo artistico che lascia spazio all’imprevedibile: le reazioni chimiche delle emulsioni fotografiche non sono completamente controllate, così come la memoria non è mai un meccanismo preciso, ma un flusso in divenire.
Un linguaggio materico e sperimentale
La scelta dei materiali e delle tecniche utilizzate rispecchia la poetica dell’artista. La carta fotosensibile, anziché essere usata per imprimere immagini definite, diventa un supporto per l’indefinito, per la suggestione di ricordi sfumati e per la registrazione di emozioni inafferrabili. L’uso della tessitura come metafora del tramandare e dell’intrecciarsi delle storie personali e collettive conferisce alle opere una dimensione tattile e visiva al tempo stesso.
Questo approccio materico e sperimentale trova una chiara connessione con la dimensione dell’onirico, concetto centrale nella riflessione artistica di De’ Mathà.
Quando si sogna si smargina la
(U. Galimberti)
causalità, si smargina il principio di non contraddizione, di spazio-tempo
e si annulla il nostro Io”
Un album di emozioni e memorie
Album di Famiglia è un percorso artistico che si snoda tra arazzi, carte emulsionate e superfici cangianti, in un continuo dialogo tra passato e presente, tra materia e luce, tra memoria ed emozione. Le opere di Valentina De’ Mathà non si limitano a raccontare, ma creano spazi di riflessione e di risonanza emotiva, invitando lo spettatore a immergersi nel proprio universo interiore e a riscoprire la propria memoria, collettiva e individuale.
L’Artista
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Valentina De’ Mathà
Avezzano, 14 aprile 1981
È un’artista italo-svizzera, vive e lavora in Ticino.
Le sue opere sono state esposte in sedi internazionali.
Nel 2025 ha inizio la sua collaborazione con la Galleria Allegra Ravizza.
La Gallery
Info
VALENTINA DE’MATHÀ
ALBUM DI FAMIGLIA
A cura di Giuliana Montrasio & Beatrice Zanello
GALLERIA ALLEGRA RAVIZZA
25 Febbraio-30 Maggio 2025
Piazza Cioccaro 11, LUGANO
allegraravizza.com