La mostra Sandro Chia. I due pittori. Opere su carta 1989-2017 allestita alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce offre una visione ampia e articolata dell’universo artistico di Sandro Chia, uno degli esponenti più significativi della Transavanguardia.
In mostra la produzione su carta dell’artista fiorentino che rappresenta un capitolo fondamentale della sua carriera attraverso un allestimento che coinvolge ben cento opere. Queste, datate tra il 1989 e il 2017, non solo ripercorrono le tappe di un autore capace di imporsi sulla scena internazionale, ma offrono anche un’intima finestra sulla sua ricerca estetica, incentrata sullo sviluppo di un linguaggio che mescola riferimenti alla storia dell’arte, ironia e narrazioni al contempo tragiche e buffe.
Il percorso espositivo
La mostra si articola in una selezione di opere su carta che mettono in luce il costante confronto di Chia con il suo passato artistico e con le sfide contemporanee. Partendo da disegni e schizzi preparatori, il pubblico è accompagnato in un viaggio che svela le radici stilistiche dell’artista, spesso ancorate alla tradizione, ma sempre attraversate da una dimensione critica e ironica. I lavori in mostra evidenziano la doppia natura dell’impegno artistico di Chia, come pittore che non solo insegue l’innovazione linguistica, ma anche come interprete di una storicità viva, mai dimentica della sua capacità di rielaborazione e di gioco con le immagini.
La concettualità della mostra
La scelta del titolo, I due pittori, è emblematicamente rappresentativa della dialettica che caratterizza l’arte di Chia: da un lato l’artista innovativo, che affonda le sue radici nel passato per trasformarlo in una proposta contemporanea, dall’altro l’individuo che non teme di rivisitare ossessivamente l’immaginario storico, rendendolo contemporaneo e, spesso, beffardo. Il rapporto con la storia dell’arte è al contempo rispettoso e distruttivo, e questa tensione si riflette nel continuo gioco tra forme e contenuti. La ripetizione e la reinvenzione, infatti, sono strumenti cardine della sua ricerca. Le opere su carta esposte diventano così una forma di rielaborazione intima e costante, spesso distaccata dalle tele e dalle sculture, ma ugualmente significative per comprendere la profondità del linguaggio di Chia.
Lorenzo Madaro, curatore della mostra, spiega:
Gli Ottanta del Novecento sono stati anni cruciali per l’arte italiana e per la sua vera e propria considerazione a livello internazionale. Sono convinto che sia fondamentale scandagliare adeguatamente questo decennio per tutto ciò che ha rappresentato sia in termini di ricerca che per le progettualità capaci di ridefinire pienamente i ruoli all’interno del sistema dell’arte allora in espansione. Sandro Chia non soltanto è stato tra i protagonisti più autorevoli e brillanti di quella stagione, ma è stato anche tra i primissimi a dialogare alla pari con il contesto americano attraverso una pittura insieme innovativa e carica di significativi echi mediati dalla storia dell’arte. Questa mostra quindi non soltanto è un omaggio a una parte fondamentale del suo fare, ovvero l’impegno della pittura su carta e del disegno, ma anche a una stagione felice che va adeguatamente studiata e ripensata a distanza di quarant’anni, proprio perché ormai fraintesa o trascurata”.
Le opere esposte
Le opere esposte, tutte selezionate per la loro capacità di condensare l’immaginario e le ossessioni artistiche di Chia, rappresentano una vasta gamma di soggetti e tematiche. Tra i più ricorrenti, spiccano figure come il Pinocchio, simbolo di un’infanzia ribelle e di una certa tragicomica irrequietezza, e anatomie distorte che sembrano attraversare l’intero corpo umano, ma anche l’essenza della condizione esistenziale. La visione del mondo di Chia è quella di un grande racconto epico, ma nello stesso tempo personale e profondamente ironico. Le scene esposte si alternano tra solitudini e amori, malinconie e scene di vita quotidiana, creando una narrazione a più voci che si interroga sulla condizione umana, tra vita e morte, espressione e silenzio.
Il corpo, l’anatomia, la sessualità, ma anche la maschera e il simbolo sono temi che attraversano ogni fase della sua produzione, diventando parte di un’iconografia che ha preso piede nella cultura visiva degli anni Ottanta e Novanta. Le opere su carta di Chia, lontane dall’essere semplici esercizi di stile, sono parte integrante di un discorso che ha saputo spingersi oltre le tendenze dominanti, raccogliendo suggestioni dalla pittura del passato, ma sempre con un occhio vigile sul presente.
Il Catalogo
Un catalogo (Dario Cimorelli Editore) accompagnerà la mostra, includendo il saggio del curatore e una sezione di apparati scientifici, offrendo al pubblico una panoramica completa dell’opera e del pensiero di Chia.
L’Artista
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Sandro Chia (Firenze, 1946) è stato tra i fondatori della Transavanguardia, il movimento teorizzato dal critico Achille Bonito Oliva sul finire degli anni Settanta con il saggio edito sul numero 92-93 di Flash Art dell’ottobre-novembre del 1979, mentre è dell’anno precedente la pubblicazione Tre o quattro artisti secchi edita da Emilio Mazzoli di Modena che avvia il sodalizio tra l’artista e lo storico gallerista Mazzoli.
Exhibition View
Info
Sandro Chia. I due pittori. Opere su carta 1989-2017
a cura di Lorenzo Madaro
Fondazione Biscozzi | Rimbaud ETS
Lecce, piazzetta Giorgio Baglivi 4
Fino al 15 giugno 2025