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“Pietro Coletta. Mostrare l’invisibile” alla Paula Seegy Gallery di Milano

La mostra di Pietro Coletta alla Paula Seegy Gallery di Milano offre un viaggio attraverso la dimensione trascendente dell’arte, esplorando spazi e atmosfere cariche di significato spirituale.

L’esposizione accoglie principalmente lavori scultorei, realizzati a tecnica mista dagli anni Novanta ad oggi, caratterizzati dall’essenzialità e da una composizione minimalista. Opere che testimoniano la costante ricerca dell’artista sull’origine dell’uomo, il suo destino e il legame profondo con la natura.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso una serie di sculture a tutto tondo e opere parietali, realizzate con materiali poveri come rame, ottone, ferro, legno e pietra. Coletta interviene su queste superfici utilizzando patine, pigmenti, fili metallici intrecciati e tecniche come la bruciatura e l’applicazione di rame e argento liquido. La scelta di materiali semplici e l’approccio artigianale evidenziano un forte legame con la terra, evocando una dimensione arcaica e primordiale.

Un tratto distintivo delle opere parietali è l’uso di forme geometriche irregolari che interagiscono dinamicamente con lo spazio circostante. Queste composizioni non solo definiscono i volumi ma dialogano costantemente con la luce, elemento centrale nella poetica dell’artista. In lavori come Vibrazioni occulte, Vibrazioni dell’inconscio e Compenetrazione (2024), la luce si trasforma in un’entità viva che attraversa le strutture scultoree, generando giochi di ombre e riflessi che suggeriscono una continua trasformazione. La fiamma ossidrica utilizzata da Coletta crea profondità visiva, mentre i fili metallici intrecciati amplificano il movimento, conferendo alle opere un’aura mistica e contemplativa.

LA RICERCA SPIRITUALE

Pietro Coletta ha sempre inteso la scultura come mezzo per esprimere la parte più profonda e misteriosa del proprio essere. “Nella mia scultura cerco l’Anima della materia”, afferma l’artista. Per lui ogni forma di vita possiede un’anima e ogni materia racchiude energie molteplici e vibranti. Questo approccio filosofico e spirituale deriva da un’intensa ricerca interiore alimentata da numerosi viaggi in Africa e in India, che hanno arricchito la sua visione dell’esistenza e influenzato profondamente il suo fare arte.

Il curatore della mostra, Luigi Sansone, sottolinea come Coletta lavori nel silenzio interiore del suo studio, estraniandosi dalla realtà per dare vita a opere cariche di significati reconditi. Questo processo creativo è in perfetta sintonia con il pensiero di Wassily Kandinsky, secondo cui

l’arte dovrebbe esprimere la spiritualità interiore dell’artista attraverso forme e colori astratti”.

L’OPERA

L’opera di Pietro Coletta affonda le sue radici nella modernità artistica occidentale, con riferimenti chiari a Umberto Boccioni e Kazimir Malevich. Tuttavia, la sua ricerca si sviluppa oltre il linguaggio astratto e dinamico del Futurismo e del Suprematismo, per approdare a un territorio più metafisico e spirituale. La geometria irregolare delle forme e l’utilizzo evocativo della luce richiamano anche le teorie medievali sulla sua essenza creativa, dove il contrasto tra fisico e spirituale diventa simbolo di rivelazione e conoscenza interiore.

Opere come Apparizione ancestrale (2020) esplorano temi di memoria e spiritualità, utilizzando simboli e materiali che rimandano a culture lontane e riti arcaici. In queste creazioni, la luce non è solo un elemento estetico, ma rappresenta una dimensione sacra e trascendente, che invita l’osservatore a superare le apparenze e a riflettere sul mistero dell’esistenza.

L’ARTISTA

Pietro Coletta nasce a Bari il 2 dicembre 1948. Nel 1967 si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, dove frequenta i corsi di scultura di Marino Marini, Alik Cavaliere e Lorenzo Pepe. Nel 1969 prende uno studio in Corso Garibaldi, dove tuttora lavora e vive.
Sono seguite importanti partecipazioni a molte delle principali rassegne espositive nazionali e internazionali: dal Premio San Fedele di Milano al XV Festival dei Due Mondi di Spoleto; dalla Quadriennale di Roma del 1975 a Pittura Ambiente al Palazzo Reale di Milano nel 1979, alla Lenbachhaus di Monaco, alla Hayward Gallery di Londra in Arte Italiana 1960-82, alla Power Gallery di Sydney e all’University Art Museum di Brisbane, alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Nel 1984 partecipa a “Costruire l’illusione” presso l’ELAC di Arte Contemporanea del Comune di Lione. Nel 1987 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita una sua personale.
Nel 1990 ha esposto alla Biennale di Toyama in Giappone; seguono le esposizioni in Sud America presso il Museo Sofia Imber di Caracas, al Museo di Bogotà e a Buenos Aires; nel 1995 espone nuovamente in Italia e inaugura l’installazione permanente al Museo d’Arte Contemporanea di Tortolì. Nel 2004 ha partecipato a “Scultura italiana 1960-2004” al Parco Scultura “La Palomba” di Matera e alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2005 ha partecipato alla rassegna “La scultura italiana del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano. Si ricordano nel 2006 “Mitos — Miti e archetipi nel mare della conoscenza” al Museo Bizantino e Cristiano di Atene, così come a Tirana, Montecarlo e Cipro. Nel 2007 “Spirit into Shape. Contemporary Italian Sculpture” presso la sede dell’Ambasciata Italiana a Washington. Nel 2009 crea l’installazione permanente “Essenza del volo, volo dell’essenza” alla UCLA (Università di Los Angeles). Nel 2013 alcune sculture vengono richieste per la mostra “International Sculpture” 2013 all’Hangaram Museum di Seoul; realizza una importante personale presso la Fondazione Mudima di Milano, presentando grandi installazioni. Dal 2010 al 2015 è stato docente di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e, dal 2016, è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma. Alcune sue opere sono state esposte anche in sedi istituzionali, tra cui il cortile del Conservatorio, la Biblioteca Sormani e Palazzo della Permanente a Milano.
Dal 2017 al 2025 è presente in mostre personali e collettive in diverse gallerie e fiere italiane.

INFO

Pietro Coletta. Mostrare l’invisibile
A cura di Luigi Sansone
Paula Seegy Gallery, via San Maurilio 14 – Milano
Fino al 27 marzo 2025

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