Patricia Leite The End, 2025 (título provisório), 2025 oil on wood óleo sobre madeira 120 x 140 cm 47 1/4 x 55 1/8 in MW.PLT.441 Courtesy of the artist and Mendes Wood DM, São Paulo, Brussels, Paris, New York Photo credit: EstudioEmObra

Patricia Leite Cold Water: un viaggio tra paesaggi interiori e visioni rarefatte

La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia apre le porte del Palazzetto Tito a un’artista sudamericana di spicco: Patricia Leite, pittrice brasiliana che per la prima volta presenta la sua opera in una mostra personale ospitata da un’istituzione italiana.

Cold Water, curata da Milovan Farronato, segna un momento importante nella carriera decennale dell’artista, con un progetto che si sviluppa appositamente per gli spazi veneziani e che offre uno sguardo intimo sulla sua ricerca più recente.

Patricia Leite – Falling Down, 2025 (título provisório), 2025
oil on wood óleo sobre madeira
160 x 220 cm 63 x 86 5/8 in
Courtesy of the artist and Mendes Wood DM, São Paulo, Brussels, Paris, New York
Photo credit: EstudioEmObra

Un omaggio alla pittura e alla ricerca di sé

Il titolo della mostra, Cold Water, è tanto evocativo quanto profondo. Oltre a fare riferimento a un dipinto omonimo presente in mostra, richiama una sensazione universale: l’improvvisa freschezza di un bagno di acqua fredda, capace di risvegliare e rivitalizzare, riportandoci al momento presente con una lucidità e una vulnerabilità inaspettate. È una metafora potente, che suggerisce una riflessione intima sull’essenza della vita e sull’esperienza umana.

In questa esposizione, Leite continua il suo viaggio attraverso tematiche che hanno segnato la sua carriera. Le sue opere non si limitano a rappresentare luoghi, ma li sognano e li reinterpretano, distillando una visione che sfuma tra il paesaggio fisico e quello mentale. I suoi paesaggi, sempre pervasi da una luce sospesa, sono carichi di silenzi e pause, rendendo ogni tela una finestra aperta su un mondo sospeso, lontano dal frastuono quotidiano.

I paesaggi interiori di Patricia Leite

Le tele di Patricia Leite ci conducono oltre i confini della realtà, invitandoci a esplorare paesaggi che si spingono al di là della geografia. Un esempio emblematico è la rappresentazione di una cascata verticale, che diventa un pensiero che scende lentamente, come un flusso di coscienza che trova la sua forma nell’acqua. Una caverna, che si apre come un rifugio, ci fa sentire il bisogno di un isolamento in cui guardare il mondo da una distanza protetta, e i fuochi d’artificio sull’acqua, che tremano come ricordi sfocati, ci parlano di attimi effimeri che sfuggono alla memoria.

Questa visione rarefatta, carica di introspezione, trova spazio ideale negli ambienti del Palazzetto Tito, che con la sua atmosfera carica di storia sembra custodire voci lontane e stanze vuote pronte ad accogliere la pittura delicata di Leite. Ogni opera diventa una soglia, un passaggio che ci invita a fermarci, a respirare e a rallentare il tempo, in un mondo dove la percezione del reale si dilata e sfuma.

Un’astrazione che gioca con la luce

Un altro elemento centrale di Cold Water è la nuova opera Lampadario (2025), che riassume perfettamente la poetica dell’artista. In questa tela, Leite trasforma una costellazione di luci in una forma incerta, sospesa tra astrazione e figurazione. I punti luminosi, distribuiti in una geometria fragile e irregolare, evocano tanto un oggetto domestico – come un lampadario – quanto un fenomeno naturale, come se le luci stessero per sciogliersi in una galassia in espansione. Questa ambiguità visiva e simbolica è tipica della ricerca di Leite, che continua a esplorare le potenzialità della pittura come spazio fluido, sospeso tra il concreto e l’intangibile.

Cold Water rappresenta un passo significativo nella carriera di Patricia Leite, che, attraverso la sua pittura, invita lo spettatore a entrare in un universo di immagini sognanti e introspective, dove il paesaggio non è solo esterno, ma riflette un viaggio interiore. Con il suo approccio delicato e senza fretta, Leite ci offre un’opportunità di riflessione profonda sulla vulnerabilità, sulla memoria e sull’energia rigenerante che emerge nei momenti di sospensione.

L’artista

Patricia Leite Portrait_PLT_2025_Photo by Isadora Fonseca

Patricia Leite (nata nel 1955 a Belo Horizonte, Brasile) vive e lavora a San Paolo. Il suo lavoro esplora l’intersezione tra memoria, luce e astrazione, spesso traendo ispirazione dai paesaggi e dalle esperienze quotidiane. Utilizzando campi di colore stratificati e trame sottili, crea dipinti che oscillano tra figurazione e astrazione, invitando a una tranquilla contemplazione. La sua pratica fa riferimento sia alle tradizioni pittoriche storiche che alle immagini personali e diaristiche.

Info

Patricia Leite
Cold Water
A cura di: Milovan Farronato

6 maggio – 27 luglio 2025
Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa
Sestiere Dorsoduro, 2826, Venezia
Da mercoledì a domenica, dalle 11.00 alle 18.00

HESTETIKA ART Next Generation

Iscriviti
alla newsletter di Hestetika