In un tempo in cui l’arte contemporanea assume sempre più spesso il ruolo di agente attivo del cambiamento sociale, Pascale Marthine Tayou ne incarna con grazia e forza la missione.
È attorno a questa consapevolezza che nasce la nuova collaborazione triennale tra Banca Ifis e Associazione Genesi: un progetto condiviso che intreccia arte e impegno per i diritti umani, ponendo al centro l’inclusione come valore fondamentale del nostro tempo.
La prima iniziativa di questa collaborazione vede l’artista Pascale Marthine Tayou impegnato nella realizzazione di una mostra, curata da Ilaria Bernardi, in due differenti spazi: Il Genio dell’Aquila nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, e Dreams in Giza, nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis a Mestre.
Le Opere
La prima delle due opere, Il Genio dell’Aquila, è un totem in vetro colorato, già presentato nel 2022 all’Aquila e ora riallestito, fino al 27 settembre 2025, nello spazio aperto dell’Accademia veneziana. Una scultura che non si limita a richiamare lo sguardo, ma evoca – attraverso la fragilità apparente del vetro – la resistenza e la capacità rigenerativa dell’arte. Il Genio, nella sua forma verticale e luminosa, diventa figura-simbolo: un emblema della materia che si fa memoria e speranza, riflesso di una collettività che resiste, si ricompone, trasforma il trauma in energia creativa.
Parallelamente, a Mestre, la seconda installazione – Dreams in Giza – si inserisce nel Parco Internazionale di Scultura presso Villa Fürstenberg. Qui, tubi metallici intrecciati a forme ovoidali colorate tracciano un paesaggio astratto e vibrante, capace di dialogare idealmente con l’opera veneziana. È una costruzione aperta, che invita a esplorare la relazione tra corpi, materia e spazio: una sorta di sogno geometrico che reinterpreta l’utopia dell’arte come accesso, partecipazione, vita quotidiana. L’installazione è visitabile ogni domenica e, una volta al mese, anche in notturna, previa prenotazione tramite la app gratuita Ifis art.
Entrambe le opere si pongono come dispositivi attivi di riflessione. In linea con la poetica di Tayou, che da sempre abita le zone di confine tra identità e alterità, Il Genio dell’Aquila e Dreams in Giza non propongono soluzioni, ma aprono spazi di possibilità: forme porose, permeabili, dove si depositano tensioni, migrazioni simboliche, desideri collettivi. L’arte, in questo scenario, si fa linguaggio universale, non per appiattire le differenze ma per attraversarle, restituendo con lucidità la complessità del nostro presente.
L’artista
Pascale Marthine Tayou vive e lavora a Gand, in Belgio, e a Yaoundé, in Camerun. Fin dall’inizio degli anni ’90 e dalla sua partecipazione a Documenta 11 (2002) a Kassel e alla Biennale di Venezia (2005, 2009), è noto a un vasto pubblico internazionale. Il suo lavoro è caratterizzato dalla sua variabilità, in quanto nel suo lavoro artistico non si limita né a un mezzo né a un determinato insieme di temi. Sebbene i suoi temi possano essere vari, tutti hanno come punto di partenza l’artista stesso come persona. Già all’inizio della sua carriera, Tayou aggiunse una “e” al suo nome e al suo secondo nome per dare loro una lettera finale femminile, prendendo così ironicamente distanza dall’importanza della paternità artistica e delle attribuzioni maschio/femmina. Pascale Marthine Tayou predilige materiali riciclati che considera ‘ritrascrizioni’, come se gli oggetti avessero una propria anima in continua evoluzione, capace di aprirli a infinite mutazioni. Desidera indurci a percepire i materiali e gli oggetti in modo differente, sottendendo anche la loro diversa provenienza culturale. Grazie alla loro giustapposizione sottolinea l’importanza del riciclo per la salvaguardia dell’ambiente, e al contempo riesce a fondere luoghi e tempi differenti.
“Il Genio dell’Aquila” fa parte della più nota serie di opere dell’artista, costituita da totem in vetro corredati da materiali riciclati di varia natura, provenienti da territori e tempi lontani, per far riferimento sia all’Africa (paese natale dell’artista) sia all’Occidente (da dove proviene il vetro, prodotto a Colle Val d’Elsa, in Toscana). Sebbene concepito per Panorama 2023, ad ogni nuova installazione l’opera cambia in base alla posizione diversa degli elementi che la compongono, adattandosi all’ambiente circostante.
INFO
Pascale Marthine Tayou
Il Genio dell’Aquila nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
Dreams in Giza, nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis a Mestre
Fino al 27 settembre 2025