Oggi, 30 aprile 2025, inaugura a Bellano un nuovo presidio culturale: il Museo Giancarlo Vitali, dedicato all’opera del pittore e incisore nato proprio in questo luogo nel 1929.

Sotto la guida della storica dell’arte Chiara Gatti, affiancata dall’artista Velasco Vitali, il museo nasce come centro permanente di produzione e riflessione culturale, all’interno del rinnovato Palazzo Lorla, edificio settecentesco dal fascino sobrio e appartato. L’apertura segna il culmine di un percorso iniziato anni fa, con la donazione da parte della famiglia Vitali di un corpus cospicuo di opere – tra cui l’intera produzione incisoria – e con l’attività dell’associazione ArchiViVitali ETS, promotrice di oltre dieci progetti espositivi.
Un museo per la memoria e il futuro
Il Museo Giancarlo Vitali non è solo uno scrigno museale: è un luogo vivo, in cui la memoria dell’artista si confronta con il presente, attraverso mostre temporanee, studi, scambi. Fulcro del progetto BAC (Bellano Arte Cultura), rappresenta la sintesi di una visione culturale che ha già portato nel borgo mostre, eventi e incontri, e che ora si consolida in un’istituzione permanente.
Una collezione, cento opere, settant’anni di pittura
La collezione permanente raccoglie un centinaio di opere realizzate in oltre settant’anni, dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Duemila. Un’antologia visiva e sentimentale che permette di attraversare i nuclei tematici cari a Vitali: il ritratto, la natura morta, la vita popolare. In mostra, il visitatore può ammirare opere come Germana (1955), dedicata alla compagna di una vita, e l’autoritratto del 1946, eseguito dall’artista diciassettenne. Si incontrano qui fiori appassiti, animali domestici e selvatici, scene di feste di paese e immagini di banchetti, trattati con una pittura densa, materica, che non rinuncia alla forma, ma la piega alle esigenze espressive di una visione allegorica del reale.
Dialoghi tra arte, storia e natura
Il percorso museale è scandito da una narrazione per analogie e contrasti. L’allestimento, firmato da Vitali Studio, utilizza soluzioni reversibili che favoriscono un dialogo attivo con l’architettura originaria del palazzo: pareti mobili, geometrie trasversali, giochi di riflessi e trasparenze. Tra le opere, spiccano il Toro Squartato IV (1984), simbolo della corporeità ferita, e la serie dei Girasoli, colti nella loro fase di decadenza. Un grande murale nel giardino, Uccelli al museo, firmato da Velasco Vitali, omaggia il padre e l’ultimo proprietario della dimora, Agostino Lorla, coltivatore di piante esotiche e appassionato di animali rari.
Oltre il museo: un centro studi e una piattaforma culturale
Il Museo Giancarlo Vitali è anche un centro studi: le opere custodite diventano materiale vivo per la ricerca, strumenti di lettura del Novecento e del nostro tempo. Ogni anno una mostra temporanea, a cura di Chiara Gatti, accosterà il lavoro di Vitali a quello di artisti contemporanei, generando connessioni inattese e alimentando un pensiero critico sull’arte e sul suo ruolo nella società. Il museo si propone così come laboratorio permanente, dove la sperimentazione si accompagna alla conservazione, e la valorizzazione passa attraverso il dialogo fra generazioni e linguaggi.

Un’eredità radicata e sensibile
Nelle parole di Chiara Gatti si coglie la vocazione profonda di questo progetto: fare del museo non un’isola ma un nodo di relazioni, un organismo poroso in ascolto del mondo.
Nessun uomo è un’isola e, per quanto Giancarlo Vitali abbia trascorso la vita a sottrarsi ai clamori del sistema dell’arte, alle tendenze, ai gruppi e ai luoghi deputati, riparare nel suo borgo sul lago non lo ha reso immune ai rapporti col mondo, con la storia presente, la storia passata e, soprattutto, con la storia universale. Proprio come l’opera d’arte che non esiste da sola, non è una monade o un’entità autonoma, ma vive di relazioni, radici e spore, l’isola-paese di Vitali aveva rizomi allungati nella terra, ai piedi della montagna, infiltrati nel tessuto cittadino fino al midollo; ma aveva anche antenne tese, parabole orientate verso i moti delle cose e sensibili ai venti culturali risaliti da sud seguendo la Breva o scivolati veloci da nord come il Tivano».

Info
Museo Giancarlo Vitali
Bellano, Palazzo Lorla, Via Alessandro Manzoni, 50