Essere Fiume è il titolo del progetto espositivo che fino al 21 giugno 2025 prende forma nello Spazio 21 di Lodi.
Una mostra, certo, ma anche un laboratorio di immaginazione civica, un dispositivo culturale che si fa specchio e prefigurazione del futuro Museo Civico, destinato ad abitare l’Opificio della Cultura, negli spazi rigenerati dell’ex Linificio.
Curata da Silvia Franceschini con Arianna Angeloni, Beatrice Marangoni e Anna Viola Premoli, la mostra affonda le radici in un’idea di museo che si fa fiume: non deposito, ma corrente. Non solo contenitore, ma processo. È il fiume Adda – asse naturale e simbolico della città – a fare da guida e da metafora. Acqua come tempo e come archivio, come identità e mutazione.

Il sindaco Andrea Furegato parla di “un luogo partecipato e vissuto, in grado di incarnare un ruolo sociale”. E non è retorica: Essere Fiume è la manifestazione plastica di un progetto museale che ha saputo ascoltare la città, a partire dagli Stati Generali della Cultura, convocati non per redigere un programma, ma per aprire un flusso. Il flusso, ancora, di voci, visioni, esigenze. Una “corrente impetuosa”, come quella dell’Adda, che ha attraversato la storia lodigiana con slanci vitali e rovinose esondazioni.
Il percorso espositivo
La mostra si struttura su due livelli: uno storico, articolato in quattro sezioni (Conformazione del territorio, Industria e Artigianato, Storia politica, Cultura popolare), e uno contemporaneo, affidato a opere che dialogano con materiali d’archivio e con l’immaginario fluviale. Il progetto allestitivo, firmato dallo Studio Ossidiana, trova il suo epicentro in un tavolo monumentale: Essere Fiume, appunto. Un paesaggio-mappa composto da 152 piastrelle, ognuna un frammento dell’Adda, ognuna portatrice di geologie reali e immaginate.
Gli artisti in mostra
Tra gli artisti in mostra, nomi che intrecciano geografie e generazioni: Gabriele Basilico, Alighiero Boetti, Ettore Sottsass, ma anche voci locali come Luca Boffi, Tonino Negri, Franchina Tresoldi, e figure storiche come Giuliano Mauri, al quale è dedicata una sezione-tributo che raccoglie oltre 1000 opere, ora custodite nella Fondazione a lui intitolata, presso Palazzo Barni.
Due le opere inedite commissionate per l’occasione. Margherita Moscardini firma The City, video che osserva l’intersezione tra fiume, infrastruttura e vita urbana: un’immagine lenta, stratificata, in cui l’identità collettiva si rivela come costellazione discontinua, frammentata ma coesa dal fluire. Alice Visentin invece propone Braided River, collage blu guado e pigmenti, ispirato a una performance della poetessa Anne Waldman. Un’opera che restituisce la voce nascosta dell’acqua, la sua femminilità, la sua narrazione carsica.
Non c’è qui intento enciclopedico né nostalgia storiografica. Piuttosto, Essere Fiume propone un racconto incompiuto e vitale, in divenire. Una forma aperta, come il museo che verrà. Una corrente che invita a immergersi, riconoscere, trasformare.
Come scriveva Giuseppe Penone nel 1981:
Sbiancarsi le mani a forza di stare nell’acqua per essere, almeno una volta, una parte di fiume”. È questa, forse, la vera ambizione della mostra: farci diventare, almeno per un istante, parte di ciò che scorre.
Info
Essere Fiume
Una commissione e produzione del Comune di Lodi
A cura di Silvia Franceschini con Arianna Angeloni, Beatrice Marangoni e Anna Viola Premoli
Progetto di allestimento di Studio Ossidiana
Progetto grafico di Studio Bruno
Spazio 21
Via San Fereolo, 24 – Lodi
Fino al 21 giugno 2025