Emilio Vedova Ciclo ’62 - (B.B.6), 1962 Colori acrilici vinilici, carboncino, carta e sabbia su tela 145,5 x 185,5 cm Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia

Emilio Vedova. Questa è pittura al Forte di Bard

Il Forte di Bard ospita fino al 2 giugno 2025 la mostra “Questa è pittura”, dedicata a Emilio Vedova (1919-2006), maestro indiscusso dell’Informale europeo.

Organizzata in collaborazione con 24 Ore Cultura e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, l’esposizione offre un viaggio nella forza espressiva dell’artista veneziano, curato da Gabriella Belli, che ne indaga la straordinaria energia creativa attraverso 31 dipinti di grande formato e 22 opere su carta.

IL PERCORSO ARTISTICO

La mostra si propone di esplorare l’arte di Vedova nella sua dimensione puramente pittorica, lasciando in secondo piano l’impegno civile e politico che spesso ha segnato la sua produzione. Otto sezioni tematiche, allestite nelle sale delle Cannoniere del Forte, guidano il visitatore in un viaggio che abbraccia tutta la carriera dell’artista, rivelando i momenti più significativi della sua evoluzione artistica.

LE SEZIONI

La narrazione comincia con la Sala 1, Nascita di un pittore. I Maestri, dove si esplora la formazione non accademica di Vedova e l’influenza dei grandi veneziani come Tintoretto e Tiepolo. Prosegue con la Sala 2, Cercare una via, che documenta le influenze cubiste e le prime sperimentazioni geometriche.

La svolta verso l’astrazione si manifesta nella Sala 3, Astrazione per sempre, dove l’artista abbraccia pienamente il linguaggio informale. Nella Sala 4, Occupare lo spazio, trovano posto i Plurimi, opere tridimensionali che rompono i confini della pittura tradizionale, trasformandola in scultura.

La Sala 5, Lasciare libero il segno, si concentra sulle opere preparatorie e sulle piccole dimensioni, rivelando l’essenza del processo creativo di Vedova. In Sala 6, Come se questo dolore fosse insopportabile, emerge la dimensione tragica che permea la sua arte, specchio di una sensibilità emotiva profonda.

La Sala 7, Vertigine Piranesi, mette in dialogo le opere degli anni Ottanta con le Carceri di Giovanni Battista Piranesi, evidenziando affinità tematiche ed espressive. Infine, la mostra si chiude con la Sala 8, Circolare infinito, dove tre grandi tondi testimoniano la continua sfida dell’artista verso nuove possibilità formali.

L’EREDITA’ ARTISTICA

Vedova non è solo un artista dell’Informale, ma un interprete della complessità esistenziale del ’900. La sua pittura, fatta di gesti vigorosi e cromie ardenti, ha rivoluzionato il panorama artistico europeo. Come sottolinea Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Vedova:

La sua scelta di abbandonare il realismo per un linguaggio universale dimostra il coraggio e la forza del suo messaggio artistico».

L’ARTISTA

Nato a Venezia nel 1919 da una famiglia di artigiani-operai, Emilio Vedova inizia a lavorare intensamente da autodidatta fin dagli anni trenta. Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista Corrente. Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”. Nello stesso anno, a Venezia, è tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana poi Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1948 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia, manifestazione che lo vedrà spesso protagonista: nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura, nel 1997 riceve il Leone d’Oro alla carriera. All’inizio degli anni cinquanta realizza i suoi celebri cicli di opere: Scontro di situazioni, ciclo della Protesta, ciclo della Natura. Nel 1954, alla II Biennale di San Paolo, vince un premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile, la cui difficile realtà lo colpirà profondamente. Nel 1961 realizza al Teatro La Fenice le scenografie e i costumi per Intolleranza 1960 di Luigi Nono, con il quale collaborerà anche nel 1984 per Prometeo. Tragedia dell’ascolto. Dal 1961 lavora ai Plurimi, prima quelli veneziani poi quelli realizzati a Berlino tra il 1963 e il 1964, tra cui i sette dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64, esposti per la prima volta a Kassel, durante documenta III, manifestazione cui ha partecipato per diverse edizioni. Tra il 1965 e il 1967 lavora a Percorso/Plurimo/Luce per l’Expo di Montreal. Svolge un’intensa attività didattica nelle Università americane oltre che alla Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e all’Accademia di Belle Arti Venezia.

La sua carriera artistica è caratterizzata da una costante volontà di ricerca e forza innovatrice. Negli anni Settanta realizza i Plurimi/Binari del ciclo Lacerazione e i Carnevali, negli anni Ottanta i grandi cicli di “teleri”, tra cui …Da dove…, …Als Ob…, Rosso, Emerging, Registrazione, il ciclo …in continuum, e la sua elaborazione sul tondo coi Dischi, i Tondi, e gli Oltre. Tra le grandi antologiche: Palazzo dei Congressi di San Marino, 1981; Museo Correr e Magazzino del Sale, Venezia, 1984; Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento, 1996; Castello di Rivoli, 1998. Dopo la sua scomparsa nel 2006: Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, 2007 e itinerante alla Berlinische Galerie di Berlino, 2008; Palazzo Reale, Milano, 2019; “Rivoluzione Vedova”, M9 – Museo del 900, Venezia-Mestre, 2023.

INFO

Emilio Vedova. Questa è pittura
a cura di Gabriella Belli
Forte di Bard. Valle d’Aosta
Fino al 2 giugno 2025


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