Vanessa Raw The fears that surround Us, 2025 Oil on linen 200 x 300 cm (78.5 x 118 in)

COVERstory – VANESSA RAW: la bellezza della connessione e della libertà

C’è una quieta insurrezione nella pittura di Vanessa Raw, un’epifania corporea che si dischiude tra pennellate morbide e paesaggi intrisi di luce.

Ex triatleta britannica con un ottimo palmarès la Raw trasfigura il gesto atletico in un atto poetico, fondendo memoria fisica e desiderio di emancipazione.

Le sue figure femminili abitano lo spazio con grazia disarmata, immerse in eden interiori dove la natura si fa complice e rifugio, e dove il corpo, finalmente, si riappropria del proprio linguaggio.

Ogni tela è un atto di libertà, una deriva sensuale che sovverte l’immaginario dominante per restituire al femminile un racconto autonomo, affettuoso, rigenerante. I flussi vegetali che attraversano le sue composizioni non sono meri sfondi, ma presenze vitali che pulsano all’unisono con le figure, in una corrispondenza panica tra dentro e fuori, visibile e invisibile.

Nella pittura di Vanessa Raw si danza senza sforzo tra il gesto e la contemplazione: è lì, in quell’equilibrio sospeso, che l’arte ritrova la sua funzione più antica — riconciliare.

Vanessa Raw è la cover digitale di questo mese. L’abbiamo incontrata.

LA COVER

L’INTERVISTA

Oscar Wilde affermava: “Il guardare una cosa è ben diverso dal vederla. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza”. La tua ricerca stilistica esplora spesso l’atto di guardare. Dove ti porta questa indagine?

La bellezza che cerco di comunicare non è fisica, né necessariamente legata al corpo: spero che chi guarda possa cogliere la bellezza della connessione e della libertà. Credo che questa ricerca mi abbia portata alla consapevolezza della bellezza in ogni cosa. Nella luce quanto nell’ombra.

L’intimità che rappresenti è spesso sospesa tra desiderio e cura. Che tipo di relazione cerchi di instaurare tra le tue figure e il pubblico?

Mi interessa dipingere una “sensazione”. Il gioco di forze tra desiderio e cura, o addirittura il loro intrecciarsi, mi affascina. Il senso di appartenenza e di connessione è centrale, espresso attraverso la tenerezza delle figure. Ma è il desiderio, con la sua tensione, a catturare chi guarda. Il sesso e il desiderio sono sinonimi della vita: non possono essere separati.

Chi sono le donne e i personaggi rappresentati nei tuoi quadri? E cosa vogliono comunicare?

Oggi, la maggior parte delle donne nei miei quadri sono amiche strette, spesso artiste. Questo ha dato forza al lavoro: sento un legame profondo mentre le dipingo, e questo si riflette nella connessione e nell’amore che emerge dalle opere. Gli animali hanno molteplici significati: rappresentano spesso il mio “lato ombra” (secondo Carl Jung), ovvero l’inconscio. Sono frammenti della mia psiche, ricordi traumatici che cerco di trasformare e accogliere in mondi più sicuri. In modo più semplice, spesso incarnano un’energia maschile per me.

Vanessa Raw
On the Other Side, 2024
Oil on linen
175 x 205 cm (69 x 80.5 in)

Hai dichiarato di voler sovvertire lo sguardo maschile. Come affronti il tema della rappresentazione del corpo femminile in un contesto ancora fortemente segnato da codici visivi patriarcali?

È complesso. Posso solo sperare che, in quanto donna che dipinge altre donne come soggetti e non come oggetti, questo intento si realizzi. Le figure sono spesso immerse in gesti autonomi, senza la presenza maschile, oppure si proteggono o lottano tra loro contro creature. In ogni caso, sono loro le protagoniste. L’uomo non è presente, né necessario per vivere il dipinto.

Usi spesso fotografie come base per i paesaggi, ma le tue figure sembrano emergere da uno spazio emotivo. Qual è il rapporto tra realtà e immaginazione nel tuo processo creativo?

Oggi i paesaggi sono spesso frutto dell’immaginazione, assemblaggi di luoghi che ho attraversato correndo, ricostruiti a memoria. Cerco di essere il più intuitiva possibile. Tuttavia, la natura è talmente bella che desidero studiarla e riportarla in studio. Vivo in bilico tra realtà e immaginazione: cerco di descrivere meno, di sentire di più. Vorrei suggerire la realtà attraverso l’emozione. Se riesco in questo, è perfetto.

Ti sei mai rappresentata all’interno dei tuoi quadri?

Mi capita spesso di dipingere me stessa: solo un volto, una testa, a volte il corpo intero. In quel momento può sembrare importante per il sentimento dell’opera. Ma se tutto è connessione e tutto è “uno”, allora tutte le donne sono me, e io sono tutte loro.

Il nudo ha un ruolo essenziale nella tua pittura: esprime libertà, intimità e poesia. Cosa cerchi di trasmettere attraverso i corpi nudi?

Principalmente libertà. Nella vita, i vestiti sono spesso facciate, maschere. Cerco di spogliare quelle maschere, riportando tutto alla natura, alla Madre Natura.

La presenza animale nei tuoi dipinti introduce un elemento mitologico e misterioso. Come nasce questa simbologia e quanto spazio lasci all’interpretazione dello spettatore?

Lascio molto spazio all’interpretazione. Non pianifico le opere: come potrei scoprire qualcosa di me se conoscessi già il significato di ciò che dipingo? Leggo molti libri — psicologia, fisiologia, mitologia, arte — tutto si mescola. A volte sogno scene che poi si riversano nella veglia. Dipingerle è un modo per prenderne il controllo: rendere lucidi quegli incubi infantili, toglier loro il potere.

Vanessa Raw
If Only I Could Let You Go, 2024
Oil on linen
195 x 370 cm (77 x 145.5 in) – Each Panel 195 x 185 cm (77 x 73 in)

Nei tuoi quadri la natura non è solo sfondo ma presenza viva e partecipe. È una scelta simbolica, politica, spirituale?

Tutte e tre le cose. A volte animali, alberi e paesaggi assumono significati multipli, anche a livello conscio. Sono da sempre interessata alla spiritualità, a percezioni che altri non colgono. I paesaggi spesso proteggono le donne, le abbracciano, creando uno spazio sicuro. A volte diventano tutt’uno con loro. Dipingo ciò che vivo correndo, in quello stato di “flusso” che è pura presenza. E per me, essere pienamente presenti è come amare davvero.

Hai un background sportivo molto forte: in che modo l’esperienza da triatleta ha influenzato la tua pratica pittorica, sia a livello fisico che concettuale?

Essere pienamente incarnata è fondamentale per creare. Lo sono quando corro, e lo sono anche mentre lavoro su grandi formati. Forse per questo ne ho bisogno: i lavori piccoli mi mettono più in difficoltà.

Il passaggio dal corpo come strumento agonistico al corpo come soggetto pittorico è stato naturale o conflittuale?

Sono sempre stata un’artista, anche prima di diventare atleta. Ho studiato arte all’università e lì ho scoperto il triathlon. Il movimento è sempre stato una forma d’espressione per me. Tuttavia, ho sempre lottato con l’immagine del mio corpo, e questo è tuttora fonte di conflitto. Ho bisogno di incarnarmi, ma non mi sento mai davvero a mio agio. Soffro di dismorfofobia, anche se non ne parlo mai: mi imbarazza. Dipingo donne nude e naturali, ma non esco mai senza trucco da quando ho dodici anni. Anche per questo esploro il desiderio di libertà. È una forma di terapia.

Vanessa Raw- This is how the light gets in, 2024 Oil on linen
300 x 740 cm (118 x 291 inches), 4 panel polyptych
Caption and Courtesy info below: Copyright Vanessa Raw
Courtesy of the Vanesa Raw and Carl Freedman Gallery, Margate

Se dovessi scegliere tre parole chiave per definire la tua arte, quali sarebbero?

Amore, libertà e connessione.

Se le tue opere avessero una colonna sonora, quale canzone sceglieresti?

Tutti i miei quadri hanno titoli tratti da brani musicali che ascolto mentre corro e che risuonano in me. L’ultima mostra alla Carl Freedom Gallery si intitolava On Earth We Weren’t Meant to Stay. Quella al Rubell Museum, invece, This is How the Light Gets In, un riferimento al lato oscuro di sé, e al fatto che non c’è luce senza buio.

Hai avuto dei mentori? Quali sono i tuoi riferimenti artistici?

Attingo da molti artisti. Tra i contemporanei: Jennifer Packer, Michael Armitage, Peter Doig, Jenna Gribbon e Jenny Saville. Tra i maestri del passato: Edvard Munch, Willem de Kooning, Francis Bacon e Tiziano.

C’è un desiderio artistico che non hai ancora realizzato?

Certamente. Sento di aver appena iniziato. Non sono mai stata a New York e vorrei lavorare e esporre lì, così come in molti altri paesi. I miei desideri artistici riguardano soprattutto le opere che non ho ancora creato. E l’ignoto è la parte più stimolante.

Se venissi nel tuo studio, cosa troverei? Quadri, libri, piante, tecnologia, dischi…?

Tantissimi pennelli e colori a olio. Rotoli di lino, telai in alluminio. Quadri appoggiati ovunque. Tavole per i lavori più piccoli, fogli sparsi, pittura ovunque sul pavimento. Molti libri (anche se la maggior parte è a casa). Niente piante: non sopravvivrebbero! E poi boccette, pigmenti, olio di lino e una grande pentola per preparare la colla di pelle di coniglio.

Ti senti più attratta dalla razionalità o dalle emozioni?

Direi di essere piuttosto razionale, ma mi nutro dell’emozione per creare. Sono una persona che “sente”. Il mio compagno direbbe sicuramente che sono guidata dall’emotività.

Cosa pensi dell’intelligenza artificiale applicata all’arte? La tecnicità può superare la creatività?

Senza creatività, tutto sarebbe noioso, no? Ma l’IA può davvero essere creativa? Se la risposta è sì, allora dobbiamo iniziare a preoccuparci.

Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta? E, soprattutto, cosa hai fatto?

Da gennaio sto cercando di imparare il francese. In realtà l’ho studiato a scuola, ma malissimo. Quindi adesso è come fosse la prima volta!

Cosa ti fa battere il cuore?

Iniziare un nuovo dipinto — adoro iniziare, detesto finire. Nuovi libri d’arte, ordinare materiali. Esplorare nuovi percorsi di corsa, quando non so cosa troverò dietro l’angolo. Insomma: l’emozione dell’ignoto, della creazione, della possibilità di crescita.

L’ARTISTA

Nata nel 1984 a Hexham, in Inghilterra, Vanessa Raw vive e lavora a Margate.
Ex triatleta, Raw trasferisce sulla tela la consapevolezza del proprio corpo, maturata attraverso la pratica sportiva. Le sue figure, serene e a proprio agio, sono tuttavia cariche di intenzionalità: abitano il paesaggio con libertà e piacere, immerse in una natura rigogliosa, morbida e vibrante di colore — un eden ritrovato.
Vanessa Raw esplora l’identità e la sessualità femminile sovvertendo lo sguardo maschile. Attraverso colore e gesto, trasforma l’immaginario pornografico dominato dall’uomo, combinando immagini trovate e immagini proprie, in una narrazione positiva e autonoma. In quanto donna che dipinge donne, Raw si riappropria del potere visivo e simbolico sul corpo femminile.
Le sue figure sensuali e amorevoli, immerse in ambientazioni pacifiche, sembrano incarnare una metamorfosi: il passaggio da esperienze e memorie negative a un nuovo inizio. I paesaggi in cui tali figure abitano sono vissuti realmente dall’artista durante le sue corse; un tempo triatleta della nazionale britannica, Raw vive profondamente il corpo come strumento e soggetto del proprio lavoro. La fisicità del gesto pittorico si manifesta nei flussi vegetali che attraversano le sue tele. Per lei, sia la corsa che la pittura sono una forma di meditazione in movimento, uno spazio di riconciliazione e pace.
Vanessa Raw ha conseguito il Bachelor of Fine Arts alla Loughborough University (2004) e si è recentemente diplomata alla scuola di pittura Turps. Nell’ultimo anno ha esposto a Londra, Berlino e Margate.

LA GALLERY

WEB & SOCIAL 

vanessaraw.co.uk
www.instagram.com/vanessaraw_/

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