Con “Couples”, la Van Laere Gallery di Roma inaugura la sua nuova mostra personale di Armen Eloyan.

La mostra, che vede presentare una nuova serie di dipinti, sculture in legno e ceramica, segna un nuovo punto d’approdo nella ricerca dell’artista, noto per un linguaggio crudo che intreccia astrazione, riferimenti alla cultura popolare – in particolare al fumetto di George Herriman – e una lucida ironia sulle storture della società contemporanea. Se in passato la sua opera si nutriva di figure deformi e scene al limite dell’assurdo, in Couples Eloyan si muove verso una psicologia relazionale più intima e perturbante, interrogando l’archetipo della coppia. Lo fa evocando immagini familiari – Braccio di Ferro e Olivia – e trasformandole in specchi deformanti delle nostre interdipendenze: relazioni tese tra bisogno e potere, protezione e sopraffazione.

Nel gesto pittorico di Eloyan c’è una forza viscerale che non concede tregua allo sguardo: corpi stirati, smembrati, caricati di significati ambivalenti, assumono il ruolo di icone tragiche, incapaci di sfuggire al paradosso del desiderio. La figura di Olivia, allungata e fragile, si fa allegoria della vulnerabilità, mentre Braccio di Ferro incarna una mascolinità frenetica e quasi caricaturale. Il loro rapporto, invece che armonioso, vibra di tensioni irrisolte, restituendo l’amore come campo di battaglia simbolico, dove il genere, la sopravvivenza emotiva e il bisogno di legame si confrontano senza soluzione.
Oltre alla pittura, Eloyan espone sculture in legno e ceramica che amplificano il senso di dissonanza. I gatti lignei, con le loro sagome sbilenche, sembrano totem eccentrici dell’identità umana: creature bizzarre e vitali, portatrici di una grazia imperfetta, sospesa tra caos e controllo. In questa serie, l’artista affina una poetica dell’irregolarità, dove l’estetica dell’incompleto si fa dichiarazione di autenticità.

Centrale nella mostra è anche un tavolo su cui poggiano sculture ceramiche spezzate e ricomposte. Tazze, mani, pareti, persino la testa di Pluto: frammenti riconoscibili che evocano la fragilità degli oggetti quotidiani e della memoria. Eloyan riassembla questi elementi con un gesto che ricorda il kintsugi, ma ne evita la retorica: niente oro, nessun tentativo di nobilitare la ferita. La crepa, in Couples, è materia viva, principio di un nuovo equilibrio narrativo. È lì che si annida il senso della mostra: nell’arte della riparazione che non redime, ma rivela.
L’artista
Armen Eloyan (°1966 Yerevan, Armenia) vive e lavora a Zurigo. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale
con mostre personali a Frac des Pays de la Loire, Carquefou (FR); Kunstparterre, Monaco di Baviera (DE);
Passerelle Centre d’art contemporain, Brest (FR); Kunst Halle Sankt Gallen, San Gallo (CH); Centre Culturel
Suisse, Parigi (FR); e Parasol Unit Foundation for Contemporary Art, Londra (UK). Il suo lavoro fa parte di
collezioni pubbliche come Frac des Pays de la Loire, Carquefou (FR); M HKA, Anversa (BE); AMC Collection,
Amsterdam (NL); The Zhiguan Museum, Pechino (CN); Kunstmuseum, L’Aia (NL); Deutsche Bank Collection,
Londra (UK); The Aurora Museum, Shanghai (CN); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (IT);
Collection University of Maine (US); Kunstparterre, Monaco di Baviera (DE); Olbricht Collection, Berlino (DE); By
Art Matters, Hangzhou (CN), tra gli altri.
Le Opere
Info
ARMEN ELOYAN
COUPLES
10 maggio – 5 luglio 2025
TIM VAN LAERE GALLERY ROME
Palazzo Donarelli Ricci
via Giulia 98, Roma