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Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole in mostra a Palazzo della Penna a Perugia

Fino al 6 luglio 2025, a Perugia, presso Palazzo della Penna si terrà la mostra, dal titolo Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole, che metterà a confronto il percorso di tre protagonisti dell’Informale italiano, quali Afro Basaldella (1912-1976), Alberto Burri (1915-1995) e Giuseppe Capogrossi (1900-1972), indagando il passaggio dalla figurazione all’astrazione

Più di cento opere, molte delle quali provenienti da collezioni pubbliche e archivi storici, delineano un itinerario che non si limita a documentare una cesura con la tradizione figurativa, ma restituisce il dramma e la tensione del passaggio. È infatti nel gesto, nel frammento, nella costruzione faticosa e a tratti dolorosa di un “linguaggio senza parole” che si concentra il vero fulcro critico dell’esposizione.

Afro Basaldella, Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi condivisero, pur nella diversità di intenti e materiali, una stagione irripetibile della pittura europea. Un tratto li accomuna, come rileva l’assessore alla cultura Marco Pierini: non la meta, ma il percorso. Il travaglio formale che li condusse – ciascuno a suo modo – verso una cifra stilistica riconoscibile e compiuta.

Per Afro, la svolta avviene nel segno del colore e del ritmo. Dopo l’esperienza americana con la Catherine Viviano Gallery, la pittura si apre a una spazialità libera e lirica, dove il gesto si fa scrittura emozionale. Con Burri, invece, la pittura si compone della resistenza stessa della materia: sacchi, plastiche, ferri, combustioni diventano alfabeto concreto di un’astrazione che parla attraverso le ferite della materia. Capogrossi, infine, elabora una grammatica segnica modulare, capace di dispiegarsi in infinite combinazioni. Il suo celebre “segno a forchetta”, ripetuto e articolato, è un codice universale, una forma che sfugge alla retorica dell’immagine.

È Roma, negli anni Cinquanta, il teatro di questa metamorfosi. Luogo di confronto tra modelli francesi e americani, ma anche officina di sperimentazione autonoma. La capitale diventa incubatrice di un’arte che si misura con il respiro internazionale, fino al riconoscimento al MoMA nel 1955, nella mostra The New Decade, in cui Afro, Burri e Capogrossi figurano tra i protagonisti di una nuova Europa artistica.

Una sezione preziosa dell’esposizione è dedicata alle opere su carta. Studi, abbozzi, annotazioni visive: il disegno come laboratorio segreto, come spazio in cui la forma prende corpo e si interroga. A ciò si affianca una raffinata selezione di materiali d’archivio – tra cui riviste d’epoca, cataloghi, libri d’artista – che testimoniano l’interesse di critici e intellettuali, da Emilio Villa a Cesare Brandi, nel leggere l’opera di questi artisti come espressione di una crisi ma anche di una rinascita linguistica.

La mostra, prodotta dal Comune di Perugia e da Magonza, si inserisce nel progetto di rilancio di Palazzo della Penna come centro nevralgico per le arti contemporanee. Dopo il successo della mostra dedicata a Dorothea Lange, Alfabeto senza parole conferma l’intento di restituire al pubblico un’offerta culturale capace di intrecciare rigore critico e profondità storica.

Accompagna l’iniziativa un catalogo edito da Magonza, che oltre a un saggio di Luca Pietro Nicoletti, include testi di Andrea Cortellessa e Francesca Romana Morelli, oltre a una conversazione con Moira Chiavarini, Tommaso Mozzati e Marcello Barison, contribuendo ad arricchire la riflessione sull’opera dei tre maestri.

Le opere

Info

AFRO BURRI CAPOGROSSI. ALFABETO SENZA PAROLE
Perugia, Palazzo della Penna – Centro per le arti contemporanee (via Podiani 11)
Fino al 6 luglio 2025

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