Artista con una formazione da scultore – la cui ricerca si basa su una continua sperimentazione di diversi linguaggi, dalla performance al disegno, dalla pittura alla scrittura e alla musica – Sasha Vinci (1980) ha risposto al silenzio generato dalla pandemia globale e dal lockdown con la creazione del suo primo progetto cantautorale che è stato pensato per viaggiare libero sul web, senza confini né limiti fisici, per essere ascoltato da un pubblico ampio e diversificato ed essere accessibile a tutti.
Nel marzo 2020, durante l’isolamento imposto dall’emergenza sanitaria, nel suo atelier i tavoli da disegno, le vasche d’argilla e le basi in legno per modellare hanno lasciato lo spazio agli strumenti musicali, agli amplificatori, alle casse e ai microfoni, e gli spazi si sono trasformati in uno studio di registrazione. La voce dell’artista si è fatta strumento e, grazie alla collaborazione con il musicista Vincent Migliorisi, che ha curato il suono e gli arrangiamenti musicali, è nato Mercurio, una sperimentazione in cui il potere evocativo, metaforico e incisivo delle parole viene utilizzato in modo diretto e totalizzante.
Dal 23 aprile 2021 Castelli di rabbia, il primo singolo di Mercurio, sarà disponibile sulla piattaforma Spotify collegato a un video che, insieme a un mosaico di immagini pensate per ogni singola traccia, andrà a comporre l’identità visiva dell’intero progetto. L’album completo sarà invece disponibile sulle piattaforme digitali dal 7 maggio.
Il progetto Mercurio, accompagnato da Come Mercurio, testo curatoriale di Lara Gaeta, comprende infine l’incisione di un vinile, supporto fisico che viaggerà parallelamente alla diffusione e alla trasmissione digitale dei brani, del video e delle immagini.
Colori vividi, multinaturalismo, mondi possibili e simbolismo arcaico danno un corpo visivo alle note della composizione musicale, restituendo i tratti della produzione artistica di Vinci: ibridazione di linguaggi e sperimentazione. Come tutta la ricerca dell’artista, anche Mercurio e il singolo Castelli di Rabbia si inseriscono in quell’attività che l’artista definisce performance culturale: una ricerca che è un elogio alla resilienza, una forza che rende invincibili di fronte alle avversità, capace di contrastare i dolori che l’uomo infligge al suo habitat e alla sua humanitas.
ll progetto è realizzato con il sostegno di aA29 Project Room, galleria che rappresenta Sasha Vinci dal 2016. aA29 Project Room si articola in due gallerie a Milano e Caserta: spazi multifunzionali, creati per promuovere con mostre, progetti site-specific e residenze, diverse forme di sperimentazione, privilegiando soprattutto il rapporto con le università e le istituzioni museali, nazionali e internazionali. aA29 Project Room si interessa ad artisti che, attraverso le più diverse tecniche e media – dal disegno alla pittura, dalla scultura all’installazione, la fotografia, il video, la performance e l’installazione sonora – esplorano nuove possibilità d’azione e interazione con l’altro, in particolare quelle dedicate ai temi della sostenibilità, dell’Antropocene, dell’antispecismo e dell’incidenza dei totalitarismi e dei colonialismi sulla società contemporanea.
INFO
A29 Project Room presenta
Castelli di Rabbia
di Sasha Vinci
dal 23 aprile su VIMEO
Primo singolo di Mercurio