GIUSEPPE TOMINZ (Gorizia, 1790 – Gradišče nad Prvačino/Gradiscutta, Slovenia, 1866) Autoritratto con il fratello Francesco, 1818 Olio su tela

“GO! 2025: le mostre ‘Voi siete qui’ e ‘Zoran Music’ a Gorizia, un viaggio tra arte, memoria e identità

All’interno dell’ampio cartellone di “GO! 2025”, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura, due mostre allestite a Palazzo Attems Petzenstein, sede dal 1900 dei Musei Provinciali di Gorizia, offrono un doppio sguardo sul territorio e sulla sua complessa identità culturale e linguistica.

Due percorsi espositivi complementari che si intrecciano come correnti di uno stesso fiume, complementari e dialoganti: l’uno scandaglia la memoria storica, l’altro accende la visione interiore di un artista.

Entrambi attraversano secoli di sedimentazioni — artistiche, geopolitiche, biografiche — dove Gorizia si rivela non solo come luogo fisico, ma come simbolo vivo di un’identità molteplice, al tempo stesso fragile e resistente. Crocevia di popoli, lingue e culture, la città si fa scenario e protagonista, punto d’incontro e di superamento delle frontiere: quelle visibili della storia, e quelle invisibili della coscienza.

VOI SIETE QUI

“Voi siete qui”, mostra a cura di ERPAC FVG, indaga il Goriziano come spazio di confine e crocevia di culture. Oggetti, opere d’arte, fotografie, documenti e libri provenienti dalle collezioni dei Musei Provinciali disegnano una geografia simbolica e plurale, raccontando la storia del territorio dal Settecento alla Prima guerra mondiale.

Il percorso, articolato tra sezioni tematiche, svela le molte anime di Gorizia: dalle pergamene imperiali alle mappe storiche, dalla Biblioteca Provinciale alle raccolte artistiche con opere di Giuseppe Tominz, passando per straordinari frammenti di vita quotidiana.

Emblematico, in questo senso, il grande dipinto ottocentesco di Hugo Charlemont dedicato alla frutta del Goriziano, commissionato per celebrare il venticinquennale della presidenza di Francesco Coronini.

HUGO CHARLEMONT
(Jemnice, Repubblica Ceca, 1850 – Vienna, 1939) – I frutti del Goriziano, 1895 – Olio su tela

Il panorama artistico vanta inoltre figure di primissimo piano come Giuseppe Tominz, Vittorio Bolaffio, Josef Maria Auchentaller, Tullio Crali, Veno Pilon e Luigi Spazzapan, senza dimenticare un gruppo di artisti potentemente innovativi come la pattuglia di futuristi giuliani. Di Tominz è stato scelto l’Autoritratto con il fratello Francesco, splendida immagine di fratellanza, in chiave simbolica e allusiva dell’unione di Nova Gorica e Gorizia, congiuntamente Capitale Europea della Cultura nel 2025. Le stesse biografie degli artisti evidenziano importanti connessioni tra il Goriziano e le capitali dell’arte, come Roma, Vienna, Parigi, Monaco e Venezia, tratteggiando un territorio pienamente inserito nella cultura europea.

Non da meno il patrimonio librario plurilingue della Biblioteca Provinciale, che testimonia il prestigio editoriale del territorio, scelto da figure come Giacomo Casanova e Rodolfo Coronini e su tutte L’Eneide e La Georgica di Virgilio Marone tradotte in furlano da Giuseppe Bosizio e consacrate alla sacra cesarea regia e cattolica maestà di Carlo sesto imperator de’ Romani sempre augusto.

L’allestimento multilingue – italiano, sloveno, friulano e tedesco – rafforza l’intento inclusivo di un progetto che restituisce l’identità del luogo attraverso le sue tracce materiali.

ZORAN MUSIC – LA STANZA DI ZURIGO, LE OPERE E L’ATELIER

A dialogare con questa narrazione corale è la personale Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier, ospitata al primo piano di Palazzo Attems Petzenstein.

Zoran Music. La Stanza di Zurigo- ©Zoran Music, by SIAE 2025

Curata da Daniela Ferretti, la mostra celebra il ritorno simbolico a Gorizia del grande pittore nato a Bukovica nel 1909, a vent’anni dalla morte. Cuore dell’esposizione è la “Stanza di Zurigo”, ciclo pittorico realizzato tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 su pareti, soffitti e tele della villa delle sorelle Dornacher.

Un’opera originariamente effimera, salvata dalla demolizione grazie all’intervento di Paolo Cadorin, che oggi trova una seconda vita nella cornice istituzionale dei Musei Provinciali. Attorno a questo nucleo ruota una retrospettiva che raccoglie oltre cento opere, molte inedite, divise in decenni dagli anni ’30 al 2000, tutte provenienti dall’ambito familiare o privato dell’artista e articolate in un racconto per decenni che attraversa Zagabria, Venezia, Parigi, Dachau e ritorno.

Una pittura, quella di Music, nutrita da El Greco e Goya, ma profondamente segnata dal vissuto personale e dalla storia del Novecento. Dai cicli più lirici come le “Terre Dalmate” ai più tragici come “Noi non siamo gli ultimi”, il percorso si chiude con una serie di autoritratti e doppi ritratti in cui l’artista si confronta con la memoria, l’identità e l’essenzialità dell’essere.

Penso che nulla sia in grado di ritrarre un artista meglio dell’insieme della sua opera ed è da questo presupposto che ho cercato di sviluppare un impianto narrativo capace di raccontare, dagli esordi fino all’ultimo segno tracciato sulla tela, il percorso di arte e di vita di un uomo puro e di genuino talento.

Il punto di partenza della mostra è la “Stanza di Zurigo” un vero e proprio compendio della produzione artistica di Music dopo l’inferno di Dachau. Alcuni frammenti delle pitture murali con cui l’artista aveva decorato il suo studio veneziano nel 1948 testimoniano la genesi di quest’opera straordinaria. Il racconto si sviluppa poi in un percorso cronologico-tematico per giungere alla chicca finale che è la rappresentazione (tutta realizzata con gli arredi originali provenienti dagli atelier di Parigi e di Venezia) dello spazio di lavoro dell’artista in cui, tra pennelli, colori, libri, mobili e tele poste sui cavalletti campeggia l’ultimo abbozzo di un quadro che Music ci ha lasciato prima di andarsene a 96 anni il 25 maggio 2005».

La curatrice, Daniela Ferretti.

Il catalogo vede tra gli altri un contributo di Jean Clair, Accademico di Francia, scrittore, storico dell’arte e curatore francese, amico e sodale di Music. Saranno inoltre pubblicate per la prima volta in italiano le tre interviste a Zoran Music realizzate da Michael Peppiatt, storico, curatore e scrittore inglese. Un video sulla Stanza, le opere e i luoghi dell’artista accompagna i visitatori.

Due mostre, due traiettorie che si incrociano in un unico spazio museale per restituire, in forme diverse, la complessità del confine e della cultura che lo abita.

INFO

Voi siete qui
Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier
fino al 31 ottobre 2025

Palazzo Attems Petzenstein
Gorizia, piazza Edmondo De Amicis 2

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