Kengo Kito, LINES, Metallo colorato, plexiglass, legno, 2025, A cura di Masahiko Haito, Organizzato da anonymous art project, photo credit Jean Porcel, courtesy Veronesi Namioka

Anonymous Art Project: l’arte giapponese dialoga con Venezia alla Biennale di Architettura 2025

In occasione della 19. Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, anonymous art project debutta in Europa con due progetti espositivi che intrecciano arte contemporanea giapponese e patrimonio veneziano.

Un’esplorazione transnazionale che si configura come atto poetico e politico, capace di articolare forme di visione alternative in una delle città-simbolo della stratificazione storica e architettonica.

Una piattaforma di libertà

Fondato nel 2023 dall’imprenditore Hiroyuki Maki, anonymous art project nasce con l’intento dichiarato di restituire alla società quanto ottenuto, sovvertendo le logiche del profitto a favore di un modello filantropico di sostegno all’arte. Un progetto che si propone come piattaforma “anonima” – ma non neutra – per creare spazi di libertà in cui l’esperienza estetica possa rigenerarsi in forme autentiche e condivise. Dopo numerose attività in Giappone, tra cui mostre, donazioni museali e concorsi per giovani artisti, il progetto approda ora a Venezia con due mostre indipendenti, in dialogo con la partecipazione ufficiale del Giappone alla Biennale, intitolata In-Between.

Kengo Kito: verticalità e intervallo

Nella corte del Museo archeologico nazionale di Venezia prende forma LINES, installazione site-specific di Kengo Kito, curata da Masahiko Haito. L’artista, noto per le sue strutture modulari composte da materiali ready-made, propone qui un’architettura effimera fatta di tubi fluorescenti verticali disposti su una base ovale specchiante. Un gesto di sintesi che si confronta con la geometria rinascimentale del Cortile dell’Agrippa – disegnato da Scamozzi – e la decorazione bizantina della vicina Basilica di San Marco. L’opera riflette sul concetto di ma, l’intervallo giapponese che separa e connette al tempo stesso, suggerendo una posizione “neutrale” per l’arte e per l’essere umano nel sistema delle cose.

Kengo Kito, LINES, Metallo colorato, plexiglass, legno, 2025, A cura di Masahiko Haito, Organizzato da anonymous art project, photo credit Jean Porcel, courtesy Veronesi Namioka

La collocazione dell’opera coincide con la riapertura del Cortile dell’Agrippa e con l’introduzione di un nuovo ingresso al Museo (civico 17, piazzetta San Marco), avviando un processo di riallestimento che riconsegna al pubblico l’ordinamento cronologico della collezione voluto da Carlo Anti. L’installazione di Kito si intreccia così con un momento significativo della vita del museo, contribuendo a riattivare la relazione tra spazio pubblico e memoria, passato e presente.

Interstice: visioni ibride tra immagine e suono

Il secondo progetto, Mika Ninagawa with EiM: INTERSTICE, è ospitato negli spazi cinquecenteschi di Palazzo Bollani. La mostra, allestita da SUAZES, propone un’esplorazione immersiva in cui le immagini della celebre fotografa e regista giapponese si fondono con le sonorità elettroniche del collettivo EiM, in un dispositivo sensoriale che indaga le zone di passaggio tra realtà e finzione, luce e buio, visibile e invisibile. L’interstizio del titolo diventa così metafora di una condizione liminale, sospesa tra codici culturali e percezioni, in perfetta sintonia con la cornice veneziana.

Mika Ninagaw p7-2_img_ninagawa

A completare l’inaugurazione, un evento performativo che ruota attorno allo oden – piatto simbolico della cucina popolare nipponica – e vede la partecipazione del collettivo L PACK in collaborazione con SCREWDRIVER: un incontro tra gastronomia e arte pubblica che ribadisce l’approccio orizzontale del progetto e la sua vocazione alla condivisione.

Un’idea di arte come bene relazionale

Dietro la sigla anonymous si cela una volontà radicale: sottrarre l’arte ai circuiti consueti della visibilità e del valore, per restituirla a una dimensione collettiva, inclusiva, relazionale. Le attività promosse da Maki spaziano dal supporto alla ricerca e alla curatela fino a programmi formativi sperimentali, come quello previsto all’Università di Kyoto. L’idea, esplicitamente ludica e al tempo stesso rigorosa, è quella di creare un “festival culturale per adulti”, in cui l’arte sia non solo oggetto di fruizione, ma anche occasione di trasformazione personale e sociale.

L’intervento veneziano segna così una nuova fase del progetto, una “gita scolastica internazionale” che attraversa i linguaggi dell’arte, della performance, dell’architettura e della vita quotidiana. Una proposta che sfida i confini dell’arte istituzionale e apre a forme ibride di partecipazione culturale, attraverso una visione che intreccia sensibilità giapponese, cura filantropica e apertura cosmopolita.

Gli Artisti

Kengo Kito (1977, Nagoya, Giappone). Nato nella prefettura di Aichi nel 1977, Kengo Kito è noto per le sue installazioni realizzate con hula hoop colorati, tessuti e prodotti industriali, ed è attivo sia in Giappone che all’estero. Ha partecipato al programma di residenza per giovani artisti dell’Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone, lavorando a New York tra il 2008 e il 2009, e successivamente a Berlino dal 2010 al 2012.
Tra le sue recenti mostre personali si ricordano:
– Lines – Mostra di Kengo Kito (2022, Kanagawa Arts Theatre)
– Full Lightness (2020, Museo d’Arte Kyocera della Città di Kyoto)
Attualmente è professore presso la Scuola di Specializzazione dell’Università d’Arte di Kyoto.
 
Mika Ninagawa è nata nel 1972 a Tokyo, in Giappone. Sebbene sia principalmente una fotografa, è un’artista multidisciplinare che lavora anche ampiamente nel campo del cinema, del video e delle installazioni spaziali. È inoltre membro del team creativo EiM. Ha ricevuto numerosi premi fotografici, tra cui il prestigioso Kimura Ihei Award. Un libro delle sue fotografie è stato pubblicato da Rizzoli New York nel 2010. Ha diretto cinque film, tra cui Sakuran (2007), Helter-Skelter (2012), Diner (2019) e il dramma originale Netflix FOLLOWERS (2020).
Ha pubblicato più di 120 libri fotografici, ha realizzato o partecipato a oltre 150 mostre personali e 130 collettive, e continua a presentare con entusiasmo il proprio lavoro in Giappone e all’estero.
La sua mostra personale Mika Ninagawa: Lights of the Beyond, Shadows of This World (Kyoto City KYOCERA Museum of Art, 11 gennaio 2025 – 30 marzo 2025) ha attirato oltre 250.000 visitatori.
Dall’11 gennaio al 30 marzo 2025, si è tenuta la mostra NINAGAWA Mika with EiM: Lights of the Beyond, Shadows of This World presso il Kyoto City Kyocera Museum of Art.
I tre volumi della sua più recente serie di raccolte fotografiche, Eternity in a Moment, sono stati pubblicati nell’ottobre 2024 da Akio Nagasawa Publishing & Case Publishing.
 
EiM – Eternity in a Moment
EiM è un team creativo fondato dalla fotografa e regista Mika Ninagawa, dal data scientist Hiroaki Miyata, dal production designer ENZO, dal creative director Isao Kuwana, dal lighting director Koshiro Ueno e altri ancora. Il team opera componendo, per ogni progetto, una lineup diversificata di membri.

INFO

LINES by KENGO KITO
a cura di Masahiko Haito
6 maggio – 28 settembre 2025
Museo archeologico nazionale di Venezia, P.za San Marco 17, Venezia, Italia
Ingresso cortile e Sala V

Mika NINAGAWA with EiM: INTERSTICE
a cura di Eriko Kimura
11 maggio – 21 luglio 2025
Palazzo Bollani, Castello 3647, Venezia, Italia

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