La poesia silenziosa e obliqua di Saul Leiter sarà al centro della prima grande retrospettiva italiana in programma al Belvedere della Reggia di Monza.

“Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia”, curata da Anne Morin, è un viaggio nell’universo visivo di uno dei più delicati interpreti della fotografia del Novecento, attraverso 126 fotografie in bianco e nero, 40 immagini a colori, 42 dipinti e materiali d’archivio rari, tra cui riviste d’epoca e un documento filmico.
In un’epoca in cui New York si prestava come teatro epico della modernità, Leiter ne osservava i margini. Non i grattacieli, ma le vetrine appannate. Non le folle, ma i passanti intravisti dietro un vetro bagnato. Il suo sguardo non è mai assertivo, semmai timido, laterale, discreto: un realismo lirico che rifugge l’enfasi del reportage per trovare, nell’infinitamente piccolo, un senso inatteso di bellezza. Leiter fotografa come si respira, per frammenti.
Una grammatica dell’incertezza
Leiter si divertiva con ciò che vedeva. Non era interessato al carattere egemonico di New York o alla sua mostruosa modernità – spiega la curatrice Anne Morin. Inventava giochi ottici, intrecci di forme e piani che nascondono e rivelano ciò che giace negli intervalli, nelle vicinanze, nei margini invisibili.”
In effetti, più che raccontare, Leiter suggerisce. I suoi sono frammenti di realtà sospesa: un ombrello rosso, una sagoma nella nebbia, il riflesso di una tenda su una superficie lucida. I dettagli diventano protagonisti, mentre ciò che conta veramente accade al margine, tra le pieghe dell’immagine.
La sua è una poetica dell’occlusione, dell’ambiguità visiva. Dove altri cercavano nitidezza e definizione, Leiter introduceva veli: finestre appannate, vetri sporchi, fumi urbani. Fotografo e pittore (in mostra anche una selezione dei suoi dipinti, rarefatti e astratti), Leiter imposta l’obiettivo come una tavolozza, dissolvendo i contorni per fondere fotografia e pittura in una continuità estetica che sembra rifiutare ogni confine.
Il colore come sussurro
Sin dagli anni Quaranta, Leiter fu tra i primi ad adottare la fotografia a colori non come strumento pubblicitario, ma come mezzo espressivo autonomo. Quando la fotografia artistica restava arroccata sul bianco e nero, lui sperimentava tonalità audaci, pastelli evanescenti, campiture cromatiche che evocano l’astrattismo. Un linguaggio visivo che lo porterà a collaborare con testate come Harper’s Bazaar, Esquire, Vogue, fondendo arte e moda in un equilibrio sorprendente.
Ma anche qui, l’estetica non è mai sfacciata. Il colore, per Leiter, è un sussurro, mai un grido. Le sue fotografie sembrano dipinte con la luce filtrata dal tempo, come se ogni scatto fosse la sedimentazione di un’emozione. “Non ho una filosofia. Ho una macchina fotografica”, diceva. Eppure, in quelle immagini si intuisce una visione del mondo coerente, un’etica della delicatezza.
Una poetica dell’invisibile

La mostra di Monza restituisce anche l’aspetto più intimo e meno noto del lavoro di Leiter, compresi i nudi femminili realizzati tra gli anni ’40 e ’60, rimasti a lungo inediti. Immagini che testimoniano un dialogo silenzioso tra l’artista e le donne della sua vita, nella stessa estetica velata e sospesa che permea la sua intera opera. Non ci sono pose o affermazioni, ma piuttosto un pudore che si fa forma.
Schivo, restio alla notorietà, Leiter ha pubblicato solo una minima parte del suo vasto archivio, lasciando che il resto restasse in sospeso, come se la sua opera volesse abitare una zona di penombra, al riparo dalle retoriche della celebrazione. La mostra milanese, invece, ha il merito di aprire uno spiraglio su questo mondo rarefatto, suggerendo più che spiegare, evocando più che illustrare.
Nel suo lavoro c’è un ordine nascosto, mai dichiarato. Forse è proprio questo che fa di Saul Leiter un poeta: la capacità di farci vedere ciò che normalmente ci sfugge. Un’arte della discrezione che trova, nella luce riflessa su un vetro bagnato, la sua massima rivelazione.

Info
Saul Leiter
Una finestra punteggiata di gocce di pioggia
A cura di Anne Morin
Belvedere della Reggia di Monza
1 maggio – 27 luglio 2025
www.saulleiter.it
www.reggiadimonza.it