A dieci anni dalla morte di Carol Rama, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino le dedica una retrospettiva monumentale che, più che un omaggio, si configura come una mappa, un attraversamento delle ferite e dei desideri che hanno alimentato, per oltre settant’anni, il suo lavoro.

Acquerello e matita colorata su carta, 34,1×22,8 cm
Collezione privata
Curata da Francesco Poli e Luca Motto, la mostra raccoglie un centinaio di opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, restituendo con rigore e ampiezza l’evoluzione di un’artista che ha sempre eluso le categorie, anticipando e sovvertendo i codici del Novecento.
Le sezioni
Otto le sezioni, come otto stanze di un percorso che parte dagli acquerelli scandalosi della fine degli anni Trenta, abitati da corpi femminili liberi e conturbanti, e attraversa le tensioni espressioniste del decennio successivo, fino ad approdare alle astrazioni informali degli anni Cinquanta. Ma è negli anni Sessanta, con i celebri Bricolages, che Rama mette definitivamente a fuoco il suo vocabolario iconico e materico: occhi di bambola, siringhe, pietre, camere d’aria, oggetti scartati o patologici si fanno reliquie di un’umanità smembrata, umiliata, in piena Guerra Fredda.
Gli anni Settanta sono segnati dalle cosiddette Gomme, opere costruite con camere d’aria assemblate su fondi monocromi, che coniugano sensualità e ossessione meccanica, mentre i decenni successivi vedono un ritorno alla figurazione: apparizioni umane, animali e geometriche, nate da una mente che non ha mai smesso di interrogare il corpo e i suoi fantasmi. La mostra si chiude con le opere più recenti, tra cui la serie legata alla crisi della mucca pazza, in cui il biologico e il politico si intrecciano fino a fondersi in una visione lucida, disturbante, profetica.

Pennarello, inchiostro e smalto su cartoncino, 23,9×33 cm
Galleria del ponte, Torino
Il progetto fotografico
Completa il percorso il progetto fotografico INSIDE CAROL RAMA (2012-2014) di Bepi Ghiotti, dodici scatti realizzati all’interno della casa-studio di via Napione: un luogo mitico, sospeso nel tempo, dove l’artista ha vissuto e lavorato, circondata da un universo di oggetti, memorie e relazioni. Una “mostra nella mostra” che restituisce non solo lo spazio fisico, ma anche l’energia vibrante del suo laboratorio esistenziale.
Carol Rama, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2003, è oggi riconosciuta come una figura centrale dell’arte del Novecento. Questa retrospettiva torinese ne riafferma l’urgenza e l’attualità, mostrandone la forza inquieta e visionaria, ancora capace di interrogare, oggi, il nostro sguardo.

Carol Rama, ritratto #01, 2013
Giclée archivial inkjet print, 42×35 cm Archivio Bepi Ghiotti
Info
CAROL RAMA
Geniale sregolatezza
Fino al 14 settembre 2025
MUSEO DI ARTI DECORATIVE ACCORSI – OMETTO
Via Po 55, Torino
fondazioneaccorsi-ometto.it