Kings

“Details – Casa Museo Carlo Mollino”: il progetto fotografico dei KINGS che esplora la spiritualità dell’architettura

Studiolo Bureau di Milano ospita la mostra “Details – Casa Museo Carlo Mollino”, un progetto fotografico/installativo concepito dal collettivo KINGS, composto dagli artisti Federica Perazzoli e Daniele Innamorato.

Questo lavoro è il frutto di un incontro intimo con la Casa Museo Carlo Mollino di Torino, un luogo che custodisce la più grande e unica collezione di oggetti appartenuti all’architetto, ma che, soprattutto, rappresenta un viaggio nel mistero e nella spiritualità che permeano la sua architettura.

Il fascino di un luogo e dei suoi dettagli

La Casa Museo Carlo Mollino è ben più di una semplice dimora progettata da un architetto di fama internazionale. È una sorta di scrigno dove ogni oggetto, ogni arredo, ogni dettaglio ha un significato profondo, che sfida la tradizione funzionale e decorativa per diventare portatore di simbolismi esoterici. Oggetti d’antiquariato, mobili d’epoca, design anni ’60, fotografie e memorabilia si combinano in un’atmosfera ricca di rimandi storici e culturali, ma anche di una dimensione trascendentale che si riflette nel concetto stesso di “templo” che Mollino cercava di costruire, non tanto come un’abitazione terrena, ma come un mezzo per esplorare l’aldilà, l’occulto e l’esoterismo.

Federica Perazzoli e Daniele Innamorato, che compongono il collettivo KINGS, hanno scelto di intraprendere un percorso di astrazione fotografica per raccontare questa casa. Invece di concentrarsi sugli aspetti estetici di quest’opera architettonica, che rimane, naturalmente, di forte impatto visivo, il duo ha deciso di “distruggere” il contesto e concentrarsi sugli elementi più intimi e simbolici, spesso invisibili o difficili da cogliere a una prima occhiata. Attraverso il loro obiettivo, i KINGS cercano di estrarre l’essenza di una casa che non è solo costruita di mattoni, ma di idee, sensi e significati nascosti.

In questa mia tarda maturità sto preparando, come il cinese di rango fa ornare in vita il suo mausoleo, in un corridoio della mia casa, una specie di viale del tramonto laddove in sequenza stanno le fotografie e quant’altri ricordi della mia vita: tutti belli o quasi”. 

Carlo Mollino

L’architettura come linguaggio simbolico

Il progetto fotografico si sviluppa come un’indagine sulle connessioni occulte della Casa Museo, che, con il tempo, ha acquisito una valenza quasi sacra. È lo stesso Fulvio Ferrari, attuale proprietario della villa e massimo esperto della vita e delle opere di Mollino, a rendere possibile questa scoperta. Grazie alla lettura del libro “Il Messaggio della Camera Oscura” di Mollino e con l’aiuto di un amico egittologo, Ferrari si accorge delle profonde connessioni tra gli elementi della casa e la tradizione esoterica, l’occultismo torinese, i miti antichi e la civiltà egizia. Da questa nuova prospettiva, ogni oggetto della casa riveste un significato spirituale: il letto ottocentesco a forma di barca diventa il mezzo che conduce all’aldilà, le farfalle rappresentano la rinascita, gli specchi rimandano al fluire della vita.

Mollino stesso concepiva la casa come una “biografia materiale”, come una sorta di diario intimo che non si scriveva su carta, ma che si costruiva attraverso gli oggetti, i mobili e gli spazi che la componevano. Ogni dettaglio nella Casa Museo è stato scelto con la massima attenzione, come se fosse un elemento essenziale in un grande mosaico che parlava non solo della sua vita terrena, ma anche della sua visione dell’aldilà e della spiritualità.

Un lavoro di astrazione fotografica

Il lavoro dei KINGS è un omaggio e una riflessione sulla natura simbolica di questa casa. Invece di documentare semplicemente l’aspetto fisico della Casa Museo, il collettivo ha cercato di svelare ciò che è nascosto e intangibile. La loro scelta di ridurre l’inquadratura a dettagli e frammenti, talvolta quasi astratti, permette di osservare la casa da una prospettiva che trascende il suo aspetto visibile. L’obiettivo dei fotografi non è quello di interpretare in maniera letterale l’architettura di Mollino, ma di cogliere l’atmosfera che esso emana, fatta di simboli e suggestioni, di silenzi e luci evanescenti.

Le fotografie dei KINGS non sono semplici scatti di oggetti o spazi; sono visioni più oniriche che atmosferiche. Frammenti parietali, angoli remoti, oggetti unici sono presentati come pattern, texture e sfumature cromatiche, dissolvendo il confine tra il tangibile e l’intangibile. In questo modo, l’indefinitezza spaziale diventa il vero protagonista della mostra. Le immagini sono sospese in un’aria rarefatta, che sollecita lo spettatore a entrare in sintonia con il mistero e l’ambiguità di quegli spazi, evocando una sensazione di struggente irraggiungibilità.

Un omaggio al “Mollino fotografo”

Il lavoro dei KINGS si riallaccia anche alla figura del Mollino fotografo, un autore che, come ci ricorda Fulvio Ferrari, non ha mai firmato nessuna delle sue polaroid, in particolare quelle scattate all’interno di questa casa. L’assenza della firma non è solo una questione estetica, ma un atto che sottolinea come il suo lavoro fosse orientato verso un fine personale, introspettivo, più che artistico o pubblico. Mollino non intendeva lasciare un’opera da esporre, ma una testimonianza privata, forse da leggere in chiave simbolica, come un linguaggio esclusivo destinato a pochi.

Un “sarcofago” che racconta sogni e sensi

In questa casa concepita come un portale verso un’altra dimensione, ogni elemento è stato scelto con una cura maniacale, come se fosse destinato a un’esistenza ultraterrena. Non c’è nulla di casuale in quegli oggetti, che sembrano usciti da un sogno e che, attraverso il loro incedere ordinato, ci parlano di come Mollino abbia saputo trasformare la materia in spiritualità, l’amore in luce, il desiderio in forma. I KINGS non celebrano semplicemente l’architetto, ma si spingono a restituirci una visione più profonda, sfuggente e misteriosa di quello che è stato il suo mondo interiore. Oggetti, mobili, fotografie e tessuti diventano reliquie di un’epoca e di una visione personale che non può essere racchiusa in un unico significato, ma che, piuttosto, ci invita a esplorare nuovi orizzonti sensoriali e simbolici.

Info

DETAILS
CASA MUSEO CARLO MOLLINO
KINGS
Federica Perazzoli, Daniele Innamorato
Studiolo Bureau 
Via Goldoni n.15, Milano

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