Alla Fondazione Luigi Rovati di Milano è visitabile la mostra Etruschi del Novecento, un ambizioso progetto realizzato in collaborazione con il Mart di Rovereto.
Dopo una prima esposizione al Mart l’evento milanese si configura come una tappa complementare e distinta, offrendo una selezione mirata di opere che illustrano l’influenza dell’arte etrusca sul Novecento italiano.

Il dialogo tra antico e moderno
L’esposizione si sviluppa su entrambi i piani espositivi del Museo d’Arte della Fondazione, accostando reperti archeologici a capolavori dell’arte moderna e contemporanea. Attraverso documenti, libri e riviste d’epoca, la mostra ricostruisce il fervore culturale che ha portato artisti del XX secolo a riscoprire l’estetica “anticlassica” degli Etruschi, adottandola come fonte di ispirazione e rottura rispetto ai canoni tradizionali.
Il percorso espositivo: suggestioni e contaminazioni
Nel Piano Ipogeo, il visitatore viene accolto da Leone Urlante (1957) di Mirko Basaldella, un’opera che si pone come ideale “chimera” del Novecento, incarnando il legame tra l’iconografia etrusca e la scultura moderna. La sezione Ispirazioni mette in dialogo manufatti etruschi con creazioni del XX secolo: gli askoi in ceramica trovano un riflesso nelle raffinate porcellane dorate di Gio Ponti degli anni Venti, mentre la cista La passeggiata archeologica di Ponti e Libero Andreotti dialoga con i contenitori bronzei etruschi di Villa Giulia.
Nella sezione dedicata ai Recumbenti moderni, il celebre Sarcofago degli sposi trova una risonanza potente e drammatica nelle opere di Leoncillo Leonardi, che ne reinterpreta il linguaggio formale con una tensione espressionista.
Al Piano Nobile, la Sala Warhol si trasforma in un archivio dedicato alla Fortuna degli Etruschi, con una selezione di rari volumi, opere grafiche e manifesti che testimoniano il rinnovato interesse per la civiltà etrusca tra fine Ottocento e anni Ottanta.
Un ruolo di rilievo è riservato alla sezione Spazio Bianco, dove per la prima volta viene esposta integralmente la serie Etruschi (1984) di Paolo Gioli accanto a Copertine (1985) di Alighiero Boetti. Gioli rianima i volti delle urne cinerarie etrusche attraverso le sue polaroid, mentre Boetti rilegge le copertine delle principali testate internazionali in una mappatura simbolica della storia contemporanea.
Concept curatoriale e impatto visivo
Come sottolinea Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Luigi Rovati, Etruschi del Novecento si inserisce nel percorso culturale della Fondazione, dimostrando come la civiltà etrusca, spesso considerata marginale rispetto alla classicità greco-romana, sia stata un inesauribile serbatoio di forme e suggestioni per gli artisti moderni. La collaborazione con il Mart ha permesso di integrare competenze diverse, arricchendo la narrazione curatoriale.
Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, evidenzia come la febbre etrusca abbia attraversato l’intero Novecento, generando un’estetica della deformazione che si oppone al classicismo, coinvolgendo artisti da Arturo Martini a Marino Marini.
Un progetto diffuso: arte e cinema
La mostra si estende oltre le sale espositive, con due importanti collaborazioni che ampliano la sua presenza in città: L’amante morta di Arturo Martini (1921-22) e Popolo di Marino Marini (1929), per ragioni conservative, rimangono nei loro spazi abituali a Villa Necchi Campiglio e al Museo del Novecento di Milano.
Parallelamente, il 14 e 15 giugno, il progetto si arricchisce di CINETRUSCO, una rassegna cinematografica curata dall’etruscologo Maurizio Harari, dedicata alla rappresentazione della civiltà etrusca nel cinema d’autore. Un ulteriore tassello di un percorso che, tra passato e presente, ridefinisce il dialogo tra archeologia e contemporaneità.
Exhibition View
Info
Etruschi del Novecento
a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Giulio Paolucci, Alessandra Tiddia
Fondazione Luigi Rovati | Milano
Corso Venezia 52
Fino al 3 agosto