Dal 27 marzo al 27 luglio 2025, Pirelli HangarBicocca presenta “ICARUS”, la prima grande antologica in Europa dedicata a Yukinori Yanagi, un artista che ha fatto dell’esplorazione dei confini, fisici e simbolici, il fulcro della propria ricerca.

“ICARUS”
Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2025
©YANAGI STUDIO Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto Agostino Osio
Un’ampia selezione di lavori, dalle opere iconiche degli anni Novanta e Duemila fino a installazioni più recenti, si snoda negli spazi industriali dell’ex stabilimento Pirelli, trasformandoli in un laboratorio critico sulla sovranità, la globalizzazione e le paradossali dinamiche del potere contemporaneo.
Un percorso tra memoria e mutamento
Yanagi si distingue per una pratica artistica che unisce monumentalità e impermanenza, utilizzando materiali effimeri e viventi per scardinare le certezze imposte dalla politica e dalla società. Nella sua carriera ha affrontato il concetto di nazione e di identità attraverso simboli istituzionali destrutturati, trasformati dalla natura stessa, come dimostrato nella celebre “The World Flag Ant Farm” (1993), in cui formiche vive dissolvono lentamente le bandiere nazionali.
La mostra, curata da Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli, reinterpreta i capisaldi della sua opera creando un dialogo tra passato e presente, distruzione e rinascita, realtà e simbolismo. Il titolo “ICARUS” richiama il mito greco di Icaro, simbolo della hybris umana e della cieca fiducia nella tecnologia, e si intreccia con le tematiche della mostra, suggerendo una riflessione critica sulla modernità.
Le opere esposte: tra monumentalità e dissoluzione
L’esposizione si apre con “Project God-zilla 2025 – The Revenant from ‘El Mare Pacificum’”, un’opera multimediale che pone al centro l’occhio di Godzilla, simbolo pop e metafora dell’energia nucleare, incorniciato da detriti industriali e frammenti di acciaio. L’impatto visivo richiama l’eredità dell’atomica su Hiroshima e l’ambiguità della modernità.
Segue “Article 9” (1994), un’installazione luminosa che proietta a intermittenza il testo dell’articolo 9 della Costituzione giapponese, quello che sancisce la rinuncia alla guerra. Le parole appaiono e scompaiono, suggerendo la fragilità del pacifismo in un contesto geopolitico sempre più instabile.
Nel cuore delle Navate, “Icarus Container 2025”, un labirinto di container, guida i visitatori attraverso un viaggio fisico e concettuale. I riflessi sulle superfici metalliche amplificano il senso di spaesamento, mentre versi del poema “Icarus” di Yukio Mishima, incisi sugli specchi, evocano l’eterna lotta tra potere e libertà.
A chiudere il percorso espositivo, “The World Flag Ant Farm 2025”, un aggiornamento dell’opera che lo rese celebre alla Biennale di Venezia del 1993. Duecento bandiere, rappresentanti gli Stati riconosciuti dall’ONU e alcune entità non ufficialmente riconosciute (Taiwan, Tibet, Palestina), vengono lentamente smantellate dal passaggio delle formiche, in un ciclo incessante di costruzione e disgregazione.
L’approccio curatoriale e l’idea di confine
L’allestimento della mostra enfatizza il concetto di confine e movimento, con opere che sfidano la staticità delle ideologie nazionali e delle strutture geopolitiche. Yanagi si avvale di materiali come sabbia, container, neon e specchi, strumenti di trasformazione che rendono tangibile la transitorietà dei concetti di appartenenza e sovranità.
La curatela di Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli si concentra sull’interazione tra spazio e significato, invitando lo spettatore a un’esperienza immersiva. Il rapporto con il pubblico è centrale: le opere non si limitano a essere osservate, ma si modificano e si dissolvono, coinvolgendo il visitatore in un processo in divenire.
Yanagi e il concetto di arte pubblica

Dopo una carriera che lo ha portato a esporre nei maggiori musei del mondo, tra cui il Whitney Museum, la Biennale di Venezia, il Queens Museum of Art e la Biennale di Sydney, Yanagi ha scelto di ritirarsi dalle logiche del mercato artistico, dedicandosi a progetti su larga scala in Giappone. Tra questi, l’Inujima Seirensho Art Museum, un’ex-raffineria trasformata in museo a energia rinnovabile, e l’Art Base Momoshima, una scuola abbandonata convertita in centro d’arte. Questi interventi non si limitano a essere luoghi espositivi, ma agiscono sul tessuto sociale, coinvolgendo le comunità locali in processi di rigenerazione culturale.
Il progetto più ambizioso del 2025, l’Anjwa-Do Project in Corea del Sud, prevede la creazione di un museo fluttuante su sette isole, unendo arte e architettura in un sistema di cubi galleggianti. Un’idea che riflette il suo pensiero: la necessità di superare confini rigidi e ridefinire l’arte come esperienza sociale e politica.
“ICARUS” non è solo una retrospettiva, ma un’esperienza in cui l’arte si fa veicolo di riflessione su potere, identità e trasformazione. Yukinori Yanagi, attraverso installazioni imponenti e materiali effimeri, invita il pubblico a interrogarsi sulla tenuta delle strutture politiche e sulla loro inevitabile dissoluzione. Un viaggio nell’instabilità del mondo contemporaneo, in cui ogni confine è destinato a essere riscritto.
Exhibition View
Info
Yukinori Yanagi
ICARUS
A cura di Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli
Dal 27 marzo 2025 al 27 luglio 2025
Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano